TORINO – «Sarà una battaglia di sviluppi» hanno detti alcuni dei protagonisti del Mondiale di Formula 1, in piena ebollizione in questo torrido mese di luglio (quattro gare in programma). Da una parte viene da dire: logico che sia così, è sempre accaduto che gli sviluppi siano stati decisivi, non c’è niente di nuovo. Anzi, in passato spesso la differenza l’hanno fatta proprio gli sviluppi, che hanno premiato le squadre più dinamiche e innovative e punito quelle più conservative. Dall’altra parte, invece, viene da chiedersi: ma che fine ha fatto il budget cap?
ANGOLO – Improvvisamente, quello che doveva essere il tema centrale della stagione, sembra essere stato messo in un angolo. La Red Bull ha sviluppato molto la sua auto e non ha smesso di farlo nemmeno dopo un primo, decisivo step. La Ferrari ha proseguito nell’affinare la sua già ottima monoposto, anche se è stata costretta a pensare principalmente all’affidabilità (e anche questo costa). La Mercedes sta tornando nelle zone alte della classifica grazie a interventi profondi sulla sua auto (e ha già lasciato intendere che altri arriveranno). Qualcuno (tra gli avversari) ha provato a gettare il sasso nello stagno: «Ma come faranno con i limiti alle spese?». Già, come faranno?
INTERROGATIVO – Tempo fa, Mattia Binotto aveva pubblicamente posto un interrogativo non di importanza marginale: il regolamento finanziario, che è entrato pienamente in vigore, stabilisce quanti soldi (145 milioni) si possano spendere e come li si possa spendere. Ma non dice che cosa accadrà alla squadra che, eventualmente fosse trovata in difetto. Una multa? Una penalità nel mondiale costruttori? Non si sa. E intanto si spende, anche perché l’adeguamento all’inflazione (leggasi i soldi che arrivano da Liberty Media) prima o poi ci sarà e taciterà i malumori. Magari il bubbone scoppierà in autunno. O semplicemente non se ne farà nulla, secondo copione già visto…