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    Da Pogacar a Vingegaard, Firenze è pronta a dare il via al Tour de France

    Miigliaia di appassionati, italiani e stranieri, si sono ritrovati nel piazzale Michelangelo a Firenze, molti proprio in bici, per assistere alla spettacolare passerella di presentazione delle 22 squadre che da domani daranno vita alla 111^edizione del Tour de France. “Finalmente il Tour ha riparato a un errore, non essere mai partito dall’Italia”, ha affermato il direttore della corsa, Christian Prudhomme, secondo cui la Grand Départ da Firenze “è il modo di rendere onore a grandi campioni che hanno reso grande il ciclismo e il Tour”. Fra loro il più grande campione fiorentino, Gino Bartali, vincitore della Grande Boucle nel 1938 e nel 1948: lo ha ricordato sul palco la nipote Gioia. Ma Firenze è anche la terra di altri grandi campioni che si fecero onore Oltralpe, Gastone Nencini, vincitore del Tour nel 1960, e il ‘Leone delle Fiandre’ Fiorenzo Magni che indossò la maglia gialla.  Per la neosindaca Sara Funaro è “un’occasione straordinaria per la nostra città”, mentre il suo predecessore Dario Nardella, salito con lei sul palco tra applausi e qualche fischio, ha augurato a tutti “tre giorni straordinari”, ricordando Bartali e un personaggio mitico del ciclismo fiorentino e italiano come l’ex Ct della nazionale azzurra Alfredo Martini, che “sognava il Tour da Firenze”.  LEGGI TUTTO

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    Tadej Pogacar, carriera e vittorie del ciclista sloveno

    Alla vigilia del Tour de France i riflettori sono tutti puntati su Tadej Pogacar. Dominatore assoluto del Giro d’Italia, lo sloveno va a caccia di una storica doppietta Giro-Tour che manca dal 1998, quando Marco Pantani riuscì nell’impresa. Scopriamo la storia del “cannibale” sloveno, predestinato di questo sport LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la Visma di Vingegaard perde Kuss: non ha recuperato dal Covid

    Un forfait pesante per la Visma-Lease a Bike a pochi giorni dall’inizio del Tour de France. Il team ha infatti comunicato che Sepp Kuss non sarà al via della Grand Boucle. “The Durango Kid”, vincitore della Vuelta 2023, non ha recuperato al 100% dopo aver contratto il Covid nei giorni scorsi. Un’assenza pesante, l’americano infatti sarebbe stato uno dei gregari più preziosi per Jonas Vingegaard e anche un potenziale capitano nel caso di scarsa forma del danese. Al suo posto in squadra schierato l’olandese Bart Lemmen LEGGI TUTTO

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    Campionati Italiani, Bettiol vince la prova in linea

    Alberto Bettiol, 30enne vincitore in passato di un giro delle Fiandre, si è imposto per distacco nella prova in linea dei campionati italiani di ciclismo su strada, oggi dedicata alla memoria dell’ex ct azzurro Alfredo Martini. Sul traguardo di Sesto Fiorentino, quindi nella sua Toscana (Bettiol è di Poggibonsi), e dopo 228 chilometri, il nuovo campione d’Italia ha preceduto di 18″ Lorenzo Rota, secondo, ed Edoardo Zambanini, terzo. Al quarto posto Filippo Ganna. “E’ una giornata bellissima, ma è stata dura, con un percorso molto selettivo – le parole di Bettiol -, non mi aspettavo di andare così forte perché la settimana scorsa ero caduto in Svizzera e avevo paura di aver perso il ritmo. Ma questa corsa era l’unico modo per tenermi motivato, già solo la partenza da Piazzale Michelangelo a Firenze è stata uno spettacolo”. “Ora spero di portare con onore questa maglia tricolore di campione d’Italia – dice ancora Bettiol -. La dedico ad Alfredo Martini, per me era una persona speciale e lo ricordiamo sempre”. 

    Successo anche per Longo Borghini
    Fantastica anche Elisa Longo Borghini, che ieri ha vinto per la quinta volta la prova in linea dei campionati italiani, che quest’anno è partita dal Viola Park di Bgano a Ripoli e conclusasi a Scarperia. La campionessa piemontese della Lidl Trek si è imposta per distacco, scattando a 25 km dalla conclusione e arrivando sul traguardo con 132 di vantaggio sulla coppia della UAE Emirates composta da Chiara Consonni, alla fine seconda, ed Eleonora Gasparrini, terza. “Tengo particolarmente alla maglia tricolore di campionessa italiana- le parole di Longo Borghini dopo la premiazione -, e anche a quella della Nazionale. Volevo fare bene assieme alle mie compagne della Lidl Trek e infatti abbiamo impostato una gara aggressiva, dopo il primo giro Elisa Balsamo mi ha detto di provare ad attaccare e così ho fatto. Me ne sono andata di forza e ho staccato tutte, sono riuscita a mantenere il vantaggio e a tagliare il traguardo da vincitrice”. LEGGI TUTTO

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    Vingegaard al Tour de France 2024, ufficiale la partecipazione del danese

    Le recenti immagini degli allenamenti lasciavano pochi spazi ai dubbi, ma oggi è arrivata anche l’ufficialità: Jonas Vingegaard, due volte vincitore uscente, parteciperà al Tour de France che partirà il 29 giugno da Firenze. Lo ha annunciato oggi il suo team Visma-Lease a Bike. Il danese, assente dalle gare dopo la pesantissima caduta al Giro dei Paesi Baschi di inizio aprile, è uno degli otto corridori selezionati, così come il belga Wout Van Aert, anche lui fermo a lungo a causa di un grave incidente in primavera. Per Vingegaard un recupero davvero prodigioso, considerando la gravità della caduta al Giro dei Paesi Baschi e le pesanti conseguenze, con un lungo ricovero in ospedale. Un incidente che aveva messo in serio dubbio la partecipazione al Tour e in generale tutto il resto della stagione. Poi un recupero a tempo di record. La sfida a Tadej Pogacar, a caccia della storica doppietta Giro-Tour, può iniziare.

    Il “like” da Pogacar: il fair play tra i due rivali
    L’annuncio sui social della Visma-Lease a Bike è stato accolto da un like molto particolare. Tra i primi a mettere il “cuoricino” alla notizia della presenza di Vingegaard al Tour è stato proprio il suo rivale più temibile, Tadej Pogacar. Un altro gesto di fair play tra i due. Il più celebre e famoso alla Grand Boucle del 2022, quando la maglia gialla danese aspettò Pogacar dopo la caduta dello sloveno nella discesa del Col de Spandelles. LEGGI TUTTO

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    Dal Giro d’Italia al Tour de France: Pogacar vuole la storia doppietta

    La storia da sempre premia gli audaci. Qualità che di certo non manca a Tadej Pogacar. Lo ha appena dimostrato al Giro, dove non si è limitato a vincere o a controllare. 21 tappe corse alla Pogacar, sempre all’attacco e quasi mai al risparmio. A far esaltare il pubblico sulle strade e davanti alle tv. Con quel sorriso sempre stampato sul volto. Capace di gesti semplici, ma che nella loro semplicità lo hanno reso ancora più unico. Più che un cannibale del passato, a cui spesso viene paragonato, con quella faccia da ragazzino Tadej ricorda un piccolo principe. Un piccolo principe che ha già dimostrato però di saper essere un grande Re. Che dopo un giro da record, vuole provare a riscrivere un altro pezzetto di storia del ciclismo. Con quella accoppiata Giro-Tour che manca dal 1998, da un certo Marco Pantani e che nel ciclismo moderno sembrava quasi nemmeno da tentare.  LEGGI TUTTO

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    Pogacar, campione con la classe della semplicità

    L’inchino all’arrivo di Bassano del Grappa in perfetta solitudine è il sigillo finale di un Giro Rosa vissuto con la tranquillità del dominatore. Tadej Pogacar, il bimbo sloveno ora maturo campione, ha vinto il suo primo Giro con ben 6 successi, 5 in maglia rosa. E poteva essere una marcia trionfale, modello Binda, Merckx, Bugno se nella prima di Torino il piccolo corridore dell’Ecuador Narvaez non avesse messo la sua ruota davanti. Sì, perché al bimbo è mancato proprio il rosa dal primo giorno fino all’ultimo. Ha corso con una facilità imbarazzante, una corsa a parte sin dalla tappa di Oropa di pantaniana memoria, lì la sua prima vittoria, lì si è visto come con quel gioco di ritmo pedalata minuto poteva fare la reale differenza. Al Giro tutti faticavano tranne uno, metteva la squadra a controllare, poi il polacco Majka, il suo scudiero, dava la scossa finale ed ecco Tadej fare spettacolo. Pedivelle più corte per fare più velocità e leggerezza, uno sguardo con leggero sorriso di zero sofferenza nonostante le pendenze. Tadej, il ciuffo che esce dal casco, piace alla gente perché sorride, scherza, si diverte… ha la classe della semplicità e la consapevolezza di essere fortissimo e quindi regala perle, che si chiamano vittorie: Oropa in salita, crono di Perugia con dislivello, Prati di Tivo in salita, Livigno (Mottolino) in salita, Monte Pana in salita, Bassano del Grappa in salita. Piace perché è un ragazzo campione con gesti ed atteggiamenti fantastici. Sono fotografie del Giro, i ringraziamenti alla sua squadra per il lavoro svolto, una pacca vuol dire grazie: non è dovuto ma lui lo fa. Altra immagine, meravigliosa, la borraccia ceduta ad un bambino che corre al suo fianco in salita, la prende dal massaggiatore e la cede al ragazzino, un mito. Capitolo Giulio Pellizzari è quasi da libro cuore. Giulio, il più giovane, 20 anni, è in fuga in salita è solo e a pochi chilometri dall’arrivo la rosa di Tadej lo raggiunge, lo guarda, si scusa e va via e vince. Nel tendone delle pre-premiazioni Pellizzari chiede con timidezza se il campione piò regalargli i suoi occhiali colorati di rosa: Pogacar fa di più dopo gli occhiali si toglie la maglia e la dona al suo giovane rivale. Lacrimoni, mai successo. E ancora sul Grappa è ancora in fuga lo scalatore azzurro, ed anche qui Pogacar si muove per la vittoria, lo raggiunge in salita, stavolta lo affianca e “andiamo” vanno via insieme, la maglia rosa si trattiene e lo accompagna sul passaggio finale del Grappa… poi come dire la testa ha ragione del cuore, manca troppo all’arrivo e Tadej va via ma con quel gesto, “l’andiamo”, ha dimostrato affetto per Pellizzari. Ecco perché piace, il paragone con il Cannibale è giusto per l’età e per quello che ha vinto, 2 Tour, 1 Giro, 3 Lombardia, 1 Fiandre e 2 Liegi, un corridore completo, un fuoriclasse ma non è “cannibale” per carattere. Piace perché sorride, risponde alla gente, non si nasconde ed è felice sempre. Grande Tadej fino a voler tirare fino agli ultimi metri per il suo velocista Molano all’ombra del Colosseo. Grazie Tadej per essere campione “normalmente simpatico”.

    I giovani italiani ci fanno sperare

    E grazie giovani italiani, ci hanno stupito e ci fan ben sperare, tante vittorie con la nuova freccia delle volate Milan, la conferma del cronometro Filippo Ganna, di Pellizzari abbiamo detto ma bravo Vendrame e bravi i nuovi volti: Tiberi, Fiorelli, Zana, Piganzoli, Maestri, Ballerini, Tonelli, Conci, Aleotti: tutti accumunati da un gran bel Giro, si sono fatti veder, hanno vinto, lavorato e sofferto ma ci sono ed erano anni che non avevamo questo serbatoio. Bene, bene: bene per le volate, per salite, per le fughe, per il lavoro oscuro ma redditizio, è finalmente una buona Italia in un bel disegno del Giro. Certo anche quello conta, tolto il fenomeno davanti, il resto che vedeva le terga dello sloveno son tutti lì con quinto e maglia bianca il giovane Tiberi, secondo quel Martinez diventato capitano con la Bora dopo che con la Ineos aveva salvato Bernal nell’ultima settimana del Giro 2021 e terzo, a proposito del Team Ineos, Mister G, Geraint Thomas gallese di 38 anni e un giorno, un età che lo affianca ad un signore del 1928, Bartolomeo Aymo classe 1889 che conquistò il podio 39 anni, Thomas è appena il secondo più anziano. Mister G, altro fenomeno. LEGGI TUTTO

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    Giro d’Italia, Pogacar: “Vittoria che sognavo da quando ero bambino”

    Le parole di Tadej Pogacar, dopo aver conquistato il Giro d’Italia: “E’ andato oltre i miei sogni, oltre quello che avrei potuto sperare prima di iniziarlo. Abbiamo corso sin dall’inizio in un’atmosfera fantastica, in un clima bellissimo, con tanta gente a seguirci. Sognavo questa vittoria sin da quando ero bambino. Sono state tre settimane colme di bei ricordi, sarebbero tantissimi se dovessi elencarli tutti. La squadra è stata eccezionale, e adesso posso prepararmi bene per la seconda, importantissima parte della stagione”.
    “Centrato il primo obiettivo stagionale”
    “Che sensazioni provo? I sogni si realizzano, sono superfelice. Questo era il primo vero obiettivo della stagione, l’ho centrato, ma ora non voglio che finiscano. Intanto però mi prendo qualche giorno di riposo, e non vedo l’ora”. “Poi ci sarà la seconda parte della stagione – dice ancora Pogacar -, con l’obiettivo più importante (il Tour de France). Vincere il Giro, e qualsiasi gara di ciclismo, è molto importante, ma farlo qui in Italia in questo modo è davvero incredibile. Di questo Giro di ricordi ne ho troppi, non posso dirne solo uno, potremmo fare un libro su queste tre settimane”. LEGGI TUTTO