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    Tour de France, la 4^ tappa da Pinerolo a Valloire: percorso e altimetria

    Li vediamo già, Tadej Pogacar, Jonas Vingegaard e la nuova maglia gialla Richard Carapaz duellare sul Col du Galibier. Perché da oggi non si scherza più: il Tour scatterà da Pinerolo per arrivare a Valloire, in Francia, dopo 139.6 chilometri e 3600 metri di dislivello. Si scalerà il Sestrière, subito dopo la partenza: un lunghissimo GPM di seconda categoria che salirà a oltre 2mila metri di altitudine (39.9 km al 3,7%); discesa a Cesana Torinese e ancora su, sul Col de Montegenèvre e passaggio da Briançon verso il Galibier: 2642 metri di altitudine, 23 km al 5% di pendenza media con lo scollinamento a 19 km dall’arrivo nel dipartimento della Savoia, nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.

    Dove seguire il Tour de France
    Tutta la corsa sarà trasmessa in diretta integrale da Eurosport, canale 210 del telecomando Sky. La partenza da Pinerolo è fissata per le ore 13.15, con arrivo previsto intorno alle 17. La tappa si potrà seguire anche su Sky Go e su NOW. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, 3^ tappa: vittoria di Girmay, Carapaz in maglia gialla

    Philipsen, come detto; sul ‘podio’ dei candidati alla vittoria di tappa Arnaud De Lie e Mads Pedersen. Su un gradino più sotto Sam Bennett, Wout Van Aert e Dylan Groenewegen. Ma occhio a Girmay, Alexander Kristoff, Pascal Ackermann, Arnaud Démare, Michael Matthews e il grande Mark Cavendish che, se vincesse, batterebbe il record di 35 vittorie che appartiene al ‘Cannibale’ Merckx. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, Vauquelin vince la tappa di Bologna. Pogacar nuova maglia gialla

    Kevin Vauquelin festeggia a Bologna: il giovane normanno vince in solitaria la seconda tappa del Gran Depart italiano, una tappa pronosticata per un big e alla fine vinta da un outsider. Il futuro magari è suo, ma il presente è saldamente nelle mani di Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, protagonisti degli ultimi tre Tour, che sulle rampe del San Luca si sono punzecchiati e si sono ripresi la vetta della classifica con lo sloveno in giallo, ma con lo stesso tempo del danese. La campagna d’Italia è dolcissima per i colori francesi: ieri, a Rimini, con la vittoria e la maglia gialla di Bardet, un omaggio alla carriera di uno che il Tour avrebbe potuto vincerlo, ma non c’è mai riuscito. A Bologna con Vauquelin, con la stampa francese impazzita di gioia e pronta, di nuovo, dopo quarant’anni di illusioni, a celebrare ancora una volta la promessa di tornare ad ascoltare la Marsigliese sul podio del Tour. In futuro, però, forse. Ma non adesso. Perché i padroni della Grande Boucle sono sempre loro, Ettore e Achille, Pogacar e Vingegaard, pronti a scrivere un’altra sceneggiatura della serie della quale sono gli indiscussi protagonisti. La tappa emiliano-romagnola ha visto un gruppo di avventurieri all’attacco (dieci corridori, fra cui lo stesso Vauquelin che ieri, alla prima tappa del suo primo Tour era rimasto pesantemente attardato uscendo così dalla classifica generale e guadagnandosi libertà d’azione) e il gruppo a inseguire. La prima tappa è stata faticosa e anche nella seconda le salite non sono mancate. Con il caldo opprimente, il gruppo per un lungo tratto della tappa partita da Cesenatico con un omaggio a Marco Pantani è andato a spasso e la fuga è arrivata a guadagnare dieci minuti: un distacco incolmabiile. Poi però siamo arrivati a Bologna e la musica è cambiata perché c’erano da scalare per due volte le terribili rampe che dalla città portano al Colle di San Luca, con punte al 19%, con il portico più lungo d’Europa trasformatosi per un giorno in uno stadio del ciclismo. Vauquelin ha stroncato i compagni di fuga, arrivando sul traguardo di Bologna davanti al bravissimo norvegese Abrahamsen con la sua maglia a pois. Ma dietro si è scatenato l’inferno: il vincitore del giro d’Italia Tadej Pogacar è scattato subito dopo il punto più duro del San Luca, Jonas Vingegaard gli ha risposto senza perdere un metro, dando una prima risposta sulla sua condizione dopo la tremenda caduta al giro dei Paesi Baschi in primavera. Se ne sono andati in due, un’immagine già vista spesso in questi anni, un antipasto di quello che potrebbe succedere quando arriveranno le grandi salite. Nella discesa e nel tratto urbano prima di arrivare al traguardo sono stati però raggiunti dalla furibonda rincorsa del giovane belga Remco Evenepoel, che di questo Tour si candida ad essere il terzo incomodo, che si è portato dietro l’astuto ecuadoriano Richard Carapaz. Bardet ha perso quel tanto che basta per lasciare la maglia gialla ed è arrivato attardato di una manciata di secondi insieme a Roglic e a Giulio Ciccone. Si riparte con una classifica con distacchi inesistenti: Pogacar, Evenepoel, Vingegaard e Carapaz hanno tutti lo stesso tempo. Lo sloveno si veste di giallo solo in virtù dei migliori piazzamenti. Una classifica che, con ogni probabilità, non cambierà nemmeno domani, con la tappa che da Piacenza porterà a Torino, celebrerà il mito di Fausto Coppi e metterà finalmente alla prova gli sprinter che nelle salite di questi primi due giorni hanno sofferto indicibili pene. Poi il Tour varcherà i confini e tornerà a casa, lasciando il ricordo di una grande festa sulle strade e una vetrina incredibile per le città e i paesi che ha attraversato LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 3^ tappa da Piacenza a Torino: percorso e altimetria

    Prima occasione per i velocisti, ma non crediate sia una passeggiata. Terza tappa da almeno 200 km su tre, e altrettante salitelle di 4ª categoria. La prima nella Tortona (1,1 km al 6,3%) dell’addio a Fausto Coppi, in mezzo il Barbaresco (1,5 km al 6,5%) e l’ultima a Sommariva Perno (3 km al 4,6%), ai -45 km. Poi sarà bagarre per tenere coperte le ruote veloci prima di lanciare i rispettivi treni per la volata. Torino ospita per la terza volta un arrivo del Tour. Nel ’56 vinse l’enfant du pays Nino Defilippis, nel ’61 il francese Guy Ignolin e nel ’66 il nostro Franco “Cuore matto” Bitossi. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 2^ tappa da Cesenatico a Bologna: percorso e altimetria

    L’Italia continua a essere protagonista della Grande Boucle. Dopo la tappa inaugurale tra Firenze e Rimini, si parte da Cesenatico per arrivare a Bologna. Protagonista finale il Santuario di San Luca, che sarà scollinato due volte dai corridori iscritti. Altri 200 chilometri con poco dislivello tra partenza e arrivo (appena 40 metri), ma altri 6 GPM, appena uno in meno di quelli affrontati oggi. 

    L’omaggio a Pantani

    Cesenatico è la città del Pirata, vincitore del Tour nel 1998, ultimo corridore ad aver realizzato la doppietta con il Giro d’Italia nello stesso anno. La comitiva viaggerà sia accanto allo Spazio Pantani, museo dedicatogli dalla città, che al cimitero che accoglie il grande campione scomparso nel San Valentino di 20 anni fa. Tra la partenza e l’arrivo ci sono sei GPM. Gli ultimi due riguardano la stessa cima, il Colle del Santuario di San Luca a Bologna. Prima ascesa il Monticino (2 km al 7,5% medio), mentre a metà tappa, vicino Imola, il primo vero strappo di giornata: la Gallisterna (1,2 km al 12,8%), memorabile rampa di lancio per l’iridato Julian Alaphilippe del 2020. 
    Qui ci sara l’omaggio di sfuggita, nella vicina Brisighella, ad Aldo Ronconi: una tappa (a Lussemburgo), due giorni in giallo e appena giù dal podio a Parigi nel 1947.
    Scollinato il Montecalvo (2,7 km al 7,7%), ecco il circuito conclusivo di 18 km ideale per gli attacchi con una finale bello tosto che prevede la doppia scalata del San Luca (1,9 km al 10,6%), dove gli studenti dell’ateneo più antico del mondo occidentale (1088) espiano il proprio voto alla Madonna. Domani lo faranno anche i campioni delle due ruote, con la speranza di essere scortati anche dal Divino fino a Nizza. LEGGI TUTTO

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    Tour de France, la 1^ tappa in diretta live

    Il Tour de France 2024 inizia oggi con la storica partenza dall’Italia. La prima tappa da Firenze a Rimini. Tadej Pogacar, dopo il trionfo al Giro, insegue una storica doppietta che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani. Ma occhio ai rivali, da Vingegaard a Roglic. Il Tour è in diretta su Eurosport, canali 210 e 211 della piattaforma Sky
    TOUR 2024: IL PERCORSO E LE TAPPE – L’ALBO D’ORO LEGGI TUTTO

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    Tour de France 2024, 1^ tappa da Firenze a Rimini: percorso e altimetria

    Scatta domani, sabato 29 giugno, l’edizione 111 del Tour de France. Partenza impegnativa con 7 GPM da Firenze a Rimini: il trittico italiano animerà il weekend e l’inizio della prossima settimana con gli arrivi a Bologna e a Torino. Occhi puntati sul bi-campione in carica Vingegaard, reduce però da un grave infortunio, e su Tadej Pogacar, desideroso di ambire alla doppietta Giro-Tour che manca proprio dai tempi del Pirata. Il Tour è in diretta su Eurosport, canale 210, e in streaming su NOW
    TUTTE LE TAPPE

    Riparte il Tour de France. E lo fa dall’Italia, più precisamente da Firenze con una tappa lunga 206 chilometri fino a Rimini. Una frazione in cui i protagonisti potrebbero essere subito gli uomini di classifica. 

    L’altimetria e i GPM della 1^ tappa

    206 chilometri di lunghezza e appena 73 metri di dislivello tra partenza e arrivo. Nel mezzo però un continuo saliscendi con moltissime salite, dalla prima a Col de Valico Tre Faggi al km 12,5 all’ultima a San Marino sul Monte Titano a circa 18 km dal traguardo in pianura sulla Riviera romagnola. Tra le due anche il Colle delle Forche, il Carnaio, il Colle di Barbotto, il Colle di San Leo e il Colle di Montemaggio. Si tratta di sette GPM di seconda e terza categoria, molto impegnativi per essere la partenza di una lunga corsa a tappe e con pendenze massime del 7,7%. La Grand Boucle transiterà anche per Ponte a Ema per omaggiare Gino Bartali. Il vincitore del Tour nel 1938 e nel 1948 verrà celebrato nel paese di nascita, sede anche del museo a lui dedicato.  LEGGI TUTTO

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    Il Tour de France 2024 è già nella storia: la prima Grand Départ in Italia

    La Grande Boucle per la prima volta parte dall’Italia. Un evento storico, reso possibile dallo sforzo di Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, e l’impegno in prima persona dell’ex Ct azzurro Cassani. I protagonisti più attesi Pogacar e Vingegaard. La pattuglia italiana promette battaglia. Ecco cosa dobbiamo aspettarci
    IL PERCORSO E LE TAPPE – L’ALBO D’ORO

    Il Tour de France 2024 parte dall’Italia. Dice: capirai, sai che notizia, è da settant’anni che la Grande Boucle comincia dall’estero, embè? È già successo venticinque volte. Che vuoi che sia la 26ª, anche se da Firenze? No, forse non ci siamo capiti: il Tour de France parte dall’Italia, per la prima volta nella storia. In 121 anni e, con questa, 111 edizioni, non era mai successo. È più chiaro, ora Capirai: dopo Germania, Svizzera, Lussemburgo, Danimarca, Spagna, persino Inghilterra e Irlanda (pure quella del Nord), in sei occasioni dall’Olanda e cinque dal Belgio, la notizia semmai è come mai da noi sia avvenuta solo adesso. Anno (poco domini) 2024. Almeno una cosa però è sicura: una bellezza come i tre chilometri di autentica “Open to meraviglia”, questa sì non virtuale, dalla Sala dei Cinquecento a piazzale Michelangelo – “il Piazzale”, come dal 1869 lo chiamano i fiorentini – non s’era mai vista. E chissà se mai si vedrà.

    Lo sforzo di Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte
    Con un impressionante sforzo economico, organizzativo e logistico, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte – in rigoroso ordine di tappe – si sono fatte trine e una, unendo le forze per regalare al Belpaese un momento epocale. L’evento sportivo a cadenza annuale più seguito al mondo, e nel ciclismo – semplicemente – la corsa più importante nel calendario internazionale. 

    Pogacar insegue una storica doppietta
    Nell’ambiente è notorio che «il campione “fa” il Giro, il Tour “fa” il campione». E se questa Grande Boucle, è già nella storia per la prima Grand Départ italiana, può entrarci anche per questioni tecniche: la prima doppietta giallorosa 26 anni dopo l’ultima, quella di Marco Pantani. Tadej Pogačar, il Merckx ma gentile di quest’epoca, ha stravinto il giro al debutto. E punta a conquistare il suo terzo Tour dopo i due secondi posti consecutivi dietro il danese Jonas Vingegaard, che da quest’anno si è aggiunto il cognome Hansen della consorte Trine Marie

    Gli sfidanti: Vingegaard, Roglic e…
    A insidiare il tris dello sloveno, sarà anche il suo connazionale Primož Roglić, ex compagno di Vingegaard vincitutto nel 2023 e alla prima stagione nella Bora-Hansgrohe che proprio da questo Tour sarà marchiata anche Red Bull. Con nuovi colori e livrea all-black. Con obiettivi tutta da definire strada facendo, è il caso di dirlo, in vista dell’Olimpiade, anche i due fuoriclasse campioni del mondo: l’olandese Mathieu van der Poel in linea, il belga Remco Evenepoel a cronometro e a 24 anni e mezzo, al suo primo Giro di Francia. Il primo anche che, proprio a causa dei Giochi, non si concluderà a Parigi, bensì a Nizza.

    Gli azzurri in gara e l’impegno di Cassani per le tappe italiane
    Okay la prima partenza italiana di sempre, ma gli italiani in gara? Otto. Uno in più rispetto al 2023, dunque scongiurato il back-to-back negativo del minimo storico negli ultimi trent’anni. Non abbiamo ambizioni di classifica. Ma il toscanissimo Alberto Bettiol, alla prima uscita in maglia tricolore di campione nazionale, e il camoscio abruzzese Giulio Ciccone, maglia a pois uscente del Tour, possono puntare ad almeno un successo di giornata che ci manca da cinque anni e 85 tappe. Era il 27 luglio 2019, Vincenzo Nibali nella Albertville-Val Thorens, 20ª e penultima frazione del Tour vinto da Egan Bernal. Il “Bettio” ci proverà già dal via, per puntare alla prima maglia gialla: 206 km da Firenze a Rimini adattissimi a fughe e a colpi di mano. La specialità della casa per il re del Fiandre 2019 e splendido vincitore, il 13 marzo con uno straordinario assolo, della Milano-Torino. “Cicco”, dopo tanta sfortuna, si scatenerà quando la strada sale sul serio. E di occasioni ne avrà eccome: 68 GPM, 438 km di salite classificate e 4 arrivi in quota (Pla d’Adet, Plateau de Beille, Isola 2000 e Col de la Couillole) per un dislivello complessivo di 52.230 metri. Poi ci sono i gregari extralusso. Davide “Roccia” Formolo, non più di Pogacar nella UAE Emirates, ma di Enric Mas alla Movistar. La ruota veloce Davide Ballerini e Michele Gazzoli nel treno per Mark Cavendish, il Cannonball britannico che si era già ritirato vincendo a Roma a fine Giro 2023. E invece è rientrato a caccia della vittoria di tappa numero 35 che lo proietterebbe oltre Eddy Merckx come recordman di successi parziali ogni epoca al Tour. Luca Mozzato, a sorpresa piazzato al Fiandre 2024 dietro sua maestà Mathieu van der Poel, alla Arkéa tirerà le volate al francese Arnaud Démare, vincitore della (discussa) Sanremo 2016 e in cerca di rilancio dopo annate un po’ così. Il redivivo Gianni Moscon per Evenepoel alla Soudal-QuickStep e Matteo Sobrero per Roglić. Le tre tappe (e mezzo) italiane, ora. Essenziale nel portare da noi il Tour, l’ex Ct Davide Cassani che da presidente della APT Emilia-Romagna è stato anche il braccio oltre che la mente del progetto. Come per il mondiale di Imola 2020 organizzato a tempo di record, è sua la firma sui percorsi.

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