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    Tsitsipas – Badosa, coppia al capolinea?

    Stefanos e Paula in uno degli scatti dell’account Tsitsidosa

    Il 2023 off court sarà certamente ricordato anche per la love story tra Stefanos Tsitsipas e Paula Badosa. La super coppia del tennis ha rivelato alcuni mesi fa la frequentazione, confermando in più interviste una forte unione ed empatia, tra due caratteri forti e due carriere di successo. Solo poche settimane fa Badosa aveva speso parole al miele per il compagno, confermando il profondo affetto tra i due e che vista la sua impossibilità di rientrare in torneo per sanare i problemi alla schiena, il suo programma prevedeva di seguire il greco nei suoi impegni. Ma qualcosa potrebbe essere improvvisamente cambiato.
    I due avevano incuriosito il mondo creando un account Instagram chiamato Tsitsidosa, dove postavano belle foto di coppia, tra momenti romantici, bei paesaggi, semplici scatti di vita assieme. Fu proprio da quell’account che i due rivelarono la propria unione. Hanno tenuto aggiornato con buona frequenza l’account, con foto cliccatissime e ben 95300 follower. Adesso l’account è ancora attivo ma sono state rimosse tutte le foto. Zero. Ulteriore indizio che qualcosa forse non va viene dall’account della spagnola, dove erano presenti varie foto con Stefanos, tutte cancellate.
    Strano segnale in un’epoca nel quale i social hanno un’importanza notevole. Al momento i due tacciono, ma sicuramente al prossimo torneo di Tsitsipas (Pechino, scatta a brevissimo) qualcosa verrà chiesto, a meno che non esca nel frattempo qualche dichiarazione. La più bella coppia del tour potrebbe aver ballato una sola estate… LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Mondo: Iga Swiatek e le olimpiadi. Il sogno olimpico di Maria Sakkari. Difficoltà a Guadalajara. Un altro forfait alla Laver Cup

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Iga Swiatek e la Sua Prossima StagioneLa tennista polacca Iga Swiatek ha rilasciato alcune dichiarazioni a Eurosport, rivelando come sta pianificando la sua prossima stagione. Nonostante la sconfitta nel quarto turno dell’US Open 2023 contro Jelena Ostapenko, Swiatek non considera questo come un insuccesso grave. “Non ha senso pensarci fin dall’inizio della stagione. Abbiamo in vista l’Open di Australia, appuntamenti significativi negli Stati Uniti e Roland Garros”, ha detto. Ha anche evidenziato l’importanza dei prossimi Giochi Olimpici ma ha sottolineato la complessità della preparazione per questi eventi, date le molteplici competizioni nel calendario.
    Colpi di Scena alla Laver Cup 2023La Laver Cup 2023 ha visto delle importanti defezioni. Oltre alla mancanza di Holger Rune, Stefanos Tsitsipas, a causa di un infortunio, non parteciperà al torneo. Al suo posto giocherà Arthur Fils, inizialmente un riserva del team europeo. Va notato che Tsitsipas, negli ultimi mesi, ha affrontato momenti difficili, avendo perso al secondo turno dell’US Open 2023 e recentemente in Coppa Davis con la Grecia.
    WTA 1000 di Guadalajara: Torneo in OmbraIl WTA 1000 di Guadalajara, nonostante sia l’evento tennistico più rilevante della settimana, sembra passare inosservato. Con numerosi ritiri, copertura mediatica limitata e le condizioni di alta quota, il torneo presenta diverse sfide. Victoria Azarenka, ex numero 1 del mondo, che ha avanzato fino al terzo turno, ha espresso le proprie difficoltà: “Il clima è complicato, ma la vera sfida per me è l’altitudine. La palla vola diversamente, e perdo un po’ del controllo che solitamente sento”. Tuttavia, la tennista bielorussa rimane determinata a superare questi ostacoli.
    Maria Sakkari e il Sogno OlimpicoMentre il WTA 1000 di Guadalajara è in corso, Maria Sakkari ha avuto l’opportunità di parlare dei prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024. Quando le è stato chiesto di scegliere tra vincere un Grand Slam o una medaglia olimpica, la risposta della tennista greca è stata piena di emozione. “Vengo dalla Grecia, dove sono nati i Giochi Olimpici. Una medaglia d’oro significherebbe tutto per me. Sarebbe incredibile, sia in singolo che in doppio misto con Stefanos Tsitsipas”, ha condiviso con entusiasmo.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    L’affascinante sede della Davis in Grecia, guastata della brutta prestazione di Tsitsipas

    Stefanos nello stadio Panathinaiko

    Splendide le immagini arrivate da Atene, in occasione della sfida di Coppa Davis di World Group I. L’incontro tra i padroni di casa ellenici e la Slovacchia si è disputato all’interno dell’iconico Stadio Panathinaiko, reso celebre (e molto caro) per lo sport italiano grazie all’arrivo vincente di Stefano Baldini nella Maratona dei giochi Olimpici del 2004.
    Il Panathinaiko, noto anche come Kallimarmaro, è una bellissima e antica struttura costruita interamente con marmo pentelico (proveniente dal monte omonimo). Nell’antichità ospitò i Giochi panatenaici, in onore della dea Atena, protettrice della capitale greca. Inizialmente lo stadio aveva i posti a sedere in legno, venne poi rinnovato con il marmo del monte Pentelico nel 329 a.C. e quindi notevolmente ampliato, arrivando a contenere ben 50 000 posti. Rimasto sepolto per diversi secoli, venne riscoperto nel 1870 e restaurato inizialmente per i Giochi olimpici di Zappas, primo tentativo di rinascita delle antiche Olimpiadi svolto nel 1870 e nel 1875. Quando fu decisa l’organizzazione dei nuovi giochi Olimpici, lo stadio venne nuovamente ristrutturato e preparato per il 1895. L’arena era stata costruita molto tempo prima che le dimensioni delle strutture sportive di atletica leggera fossero state standardizzate, da qua la caratteristica forma della pista che segue l’antica traccia e non l’anello omologato successivamente, e che non consente pertanto il suo utilizzo per le gare moderne di atletica. Infatti nel 2004 oltre all’arrivo della Maratona, lì si sono svolte le gare di tiro con l’arco.

    Proprio all’interno di quest’affascinante struttura il team ellenico di Davis ha affrontato lo scorso weekend quello della Slovacchia, con un bel campo preparato per l’occasione, ma la delusione degli appassionati locali purtroppo il momento “no” di Stefanos Tsitsipas è continuato anche con la maglia della sua nazionale. Infatti Stefanos ha portato a casa con tantissima fatica il secondo match della sfida contro Lukas Klein, grazie al ritiro di quest’ultimo quando lo score era sul 4-0 per Stefanos, ma il greco era stato a 3 punti della sconfitta nel secondo set. Peggio ancora la prestazione nella giornata decisiva, quando Tsitsipas ha ceduto in tre set ad Alex Molcan, condannando così la Grecia alla sconfitta, visto che gli slovacchi avevano vinto nettamente secondo singolare e poi anche il doppio sconfiggendo la coppia dei fratelli Tsitsipas. 3-1 per la Slovacchia il risultato finale.
    In patria hanno apprezzato l’impegno del proprio miglior tennista, ma le sue prestazioni sono lontane anni luce rispetto a quelle ammirate ad inizio stagione, quando raggiunse la finale degli Australian Open. Una crisi profonda, condita da troppi cambiamenti di coach con l’andirivieni di Mark Philippoussis e del padre, per una situazione negativa che si trascina ormai da parecchio tempo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il 2023 di Tsitsipas, senza vittorie su top10

    Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas è uscito mestamente di scena negli ottavi del 1000 di Cincinnati, battuto in modo secco da Hubert Hurkacz. Perdere dal polacco sul veloce ci sta, quando il buon “Hubi” prende ritmo col servizio ed è poco falloso col diritto, è un avversario molto pericoloso. Il greco viene dal recente successo al 250 di Los Cabos, suo primo trofeo in stagione. Si pensava che una volta sbloccato, potesse fare molto bene nei due Masters 1000 nord americani, invece è incappato in una sconfitta sorprendente in Canada, battuto dal redivivo Monfils, e quindi un terzo turno a Cincy. Insomma, non proprio risultati da n.4 del mondo. 
    Criticare il 2023 di Tsitsipas, finalista agli Australian Open e a Barcellona, semifinalista a Roma e quarti a Roland Garros, potrebbe apparire ingeneroso. Tuttavia approfondendo i risultati della sua annata, è corretto esprimere alcune valutazioni. Nel 2021 e 2022 aveva vinto a Monte Carlo, due 1000, e ha disputato anche la finale a Roland Garros, a Roma, e lo scorso anno anche a Cincinnati. Quest’anno ha disputato un’annata discretamente solida, ma spicca un dato terribilmente negativo: non è ancora riuscito a sconfiggere un top10. Dato piuttosto grave, perché indica una netta difficoltà nel superare i migliori che, evidentemente, hanno capito assai bene come metterlo in crisi in campo.
    A Melbourne lo scorso gennaio, nel miglior torneo stagionale, il giocatore con classifica più alta battuto da Tsitsipas nella sua strada verso la finale è stato Jannik Sinner, allora n.16 al mondo, seguito da Karen Khachanov in semifinale (20). A Barcellona ha sconfitto altri due top20, De Minaur (19) e Musetti (2o), prima di cedere nettamente ad Alcaraz in finale. Altri due successi su top20 a Roma: di nuovo Musetti (19) e quindi Coric (16). Il film si è ripetuto a Los Cabos, con vittorie su Coric e De Minaur, altri due top20. Sipario. Un po’ poco per un giocatore così forte, ex n.3 ATP e potenzialmente numero uno, posizione che avrebbe potuto raggiungere nel recente passato se si fossero verificati alcuni incastri in un paio di settimane. L’ultimo top10 battuto dal greco è Medvedev, alle Finals 2022 di Torino, mentre in un torneo senza Round Robin è stato Rublev ad Astana, lo scorso ottobre.
    Stefanos ha ripreso a lavorare con Mark Philippoussis, “panchinando” papà Apostolos per provare nuove vie. È evidente che il suo tennis sia fermo da troppo tempo e lui ne sia ormai più che consapevole. Intanto la prossima settimana scivolerà al n.7, con la perdita dei punti pesanti della finale a Cincinnati, passato sia da Sinner che Rune, oltre che Ruud. Senza un salto in avanti, delle novità concrete che possano di nuovo alzare l’asticella del suo gioco, la strada per il greco sembra piuttosto in salita. A lui rilanciare, e sorprenderci.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il tennista perfetto secondo Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Sempre interessanti le sfide dell’ATP che mettono alla prova i migliori giocatori del circuito per creare il tennista ideale. Da quali avversari o campioni leggendari ‘preleverebbero’ le loro tecniche? Questa volta, Stefanos Tsitsipas ha delineato il suo giocatore ideale, con alcune scelte che potrebbero sorprendere molti.
    DIRITTO: Juan Martín del Potro. “Hai visto il suo colpo di diritto? È come un martello!”.
    ROVESCIO: Daniil Medvedev. “Mai visto qualcuno eseguire rovesci come lui”.
    SERVIZIO: Milos Raonic. “Ha un servizio potente; l’ho affrontato alcune volte ed è veramente arduo rispondere alle sue battute, è difficile anticiparlo”.
    RISPOSTA: Novak Djokovic. “È una scelta scontata per chiunque. Ha un’ottima capacità di bloccare la palla e di rispondere in profondità”.
    ROVESCIO SLICE: Roger Federer. “Mantiene la palla molto bassa e lo colpisce con naturalezza”.
    GIOCO A RETE: Nicolas Mahut. “Mi ha colpito molto quando ho giocato in doppio con lui”.
    TOCCO: Diego Schwartzman. “Ha mani eccezionali, lo scelgo sicuramente”.
    MOBILITÀ: Carlos Alcaraz. “Si muove come se non ci fosse un domani; non ho mai visto un giocatore così”.
    VELOCITÀ: Rafael Nadal. “Non ho giocato contro lui a 18 anni, ma mi piacerebbe avere la sua velocità di allora”.
    FLESSIBILITÀ: Grigor Dimitrov.
    MENTALITÀ: Novak Djokovic. “Ha dimostrato di poter superare match estremamente difficili grazie alla sua solidità mentale. Questa è la ragione per cui è attualmente in testa per il numero di Grand Slam vinti”.
    TENACIA: Marton Fucsovics
    COMPETITIVITÀ: Jannik Sinner. “Non è uno che si arrende facilmente”.
    FESTEGGIAMENTI: Stefanos Tsitsipas. “Il mio ballo a Los Cabos dimostra che di recente sto mostrando dei festeggiamenti spettacolari, e mi diverto molto a farlo (sorride)”.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Ho dato a mio padre una pausa, con Philippoussis proveremo cose nuove”

    Mark Philippoussis e Stefanos Tsitsipas

    A volte si lasciano, poi si ripigliano… Questa massima delle tormentate relazioni di coppia calza a pennello per descrivere il secondo atto della collaborazione tra Stefanos Tsitsipas e Mark Philippoussis. I due, dopo la separazione appena prima di Roland Garros, sono tornati ufficialmente insieme. Ma la vera novità è che papà Apostolos, storico allenatore del n.4 al mondo, per la prima volta si fa da parte. Si erano già visti insieme Los Cabos Mark e Stef, ma ancora Tsitsipas non ne aveva parlato ufficialmente. L’ha fatto ieri sera alla stampa in quel di Toronto, raccontando l’evoluzione dei loro rapporti e la decisione di allontanarsi, almeno temporaneamente, dall’ala protettiva ma forse un po’ troppo ingombrante del padre.
    “Ho dato un po’ di tempo libero a mio padre. Non ha avuto da quando ho 12 anni”, ha detto Stefanos nella conferenza stampa pre-torneo. “Penso che per lui sia molto salutare prendersi un po’ di tempo lontano dal campo e sentirsi di nuovo sereno, senza stress. I genitori a volte possono diventare emotivi e lo capisco perfettamente. Io stesso non sono un genitore, ma posso immaginare quanto possa essere difficile a volte vedere tuo figlio dare il massimo e affrontare così tante difficoltà durante una partita. Lo amo e voglio che faccia parte di quel viaggio che abbiamo costruito insieme, e non andrà da nessuna parte. È ancora con noi ed è ancora lì a seguire il nostro percorso e il nostro viaggio”.
    Quindi non un addio, ma un arrivederci. Intanto, l’idea è quella di approfondire il suo gioco, con novità ed esperimenti sotto la guida di Philippoussis, uno dei migliori attaccanti della fine degli anni ’90. Con lui di nuovo al suo fianco, è arrivato il primo titolo del 2023 a Los Cabos.

    “È tempo di continuare a esplorare cose nuove. Ho una mentalità aperta e voglio imparare il più possibile per massimizzare la mia carriera perché a volte mi sono sentito un po’ fermo, stagnante. Mark è lui stesso un genitore. Non è mio padre, ma ha attraversato molti momenti della sua carriera personale che può identificare e catturare meglio in certi modi. È un ragazzo incredibile, mi ha aiutato molto. Lui è stato lì per me. Anche quando la gente non lo vedeva in giro, è stato lì a porte chiuse in privato. Ed è una grande aggiunta alla nostra squadra” afferma Stefanos.
    Vedremo che cosa accadrà nel gioco di Tsitsipas nella seconda parte di stagione, se riuscirà a tornare a quel gioco più proiettato in avanti o cercherà, finalmente, di mettere mano a quel rovescio tanto bello stilisticamente quanto traballante per stabilità ed efficacia. Il finalista dell’ultima edizione degli Australian Open aveva intrapreso lo scorso autunno un nuovo percorso guidato, oltre che dal padre, dall’australiano di chiare origini greche, personaggio di carattere e carisma. “Voglio spostare il tennis di Stef sempre più verso la rete, ha mano e fisico per farlo, è un completamento al suo gioco e oggi quasi nessuno va davvero a rete, farlo per noi sarà un vantaggio competitivo”, così affermava Mark lo scorso inverno nella off-season. I risultati parevano dagli ragione: finale a Melbourne, dove un Djokovic troppo forte sbarrò la strada al suo primo Slam, ma i miglioramenti erano visibili. Poi una primavera modesta, nessuna vittoria contro un top10 e la drastica decisione di interrompere la collaborazione.
    Tsitsipas allora disse che il rapporto con Mark era eccezionale, ma che due visioni diverse di come stare in campo alla fine portavano solo a confusione. Evidente quindi che Philippoussis avesse un progetto di dove portare Stefanos ben diverso da quello di papà Apostolos. Il fatto che il padre sia stato temporaneamente messo “in vacanza”, e le parole di Tsitsipas su di un suo gioco “stagnante”, fanno pensare che si sia reso conto di uno status quo non soddisfacente, con la voglia di provare nuove strade. Del resto i migliori dell’epoca recente hanno insegnato a tutti che il miglioramento continuo deve essere il mantra per una carriera lunga e ricca di successi. Mai stare fermi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Cambierei una vittoria Slam col diventare n.1 in classifica”

    Stefanos Tsitsipas a Los Cabos (foto El Universal)

    Stefanos Tsitsipas è la stella dell’ATP 250 di Los Cabos, torneo vinto in passato dal nostro Fabio Fognini e disputato in una località magica della Baja California. Il greco, attualmente n.5 al mondo, ha debuttato sul sintetico messicano battendo Isner, ed è adesso atteso nei quarti di finale da sfida interessante contro il cileno Jarry, tennista in grande ripresa quest’anno dopo molti problemi avuti in passato. Sarà il match di cartello, in prime time della serata in Messico. A latere del torneo, Stefanos è stato protagonista di varie iniziative promozionali dell’evento, e anche qualche intervista. Al quotidiano El Universal, ha parlato su alcuni temi di attualità, rivelando che la sua priorità, o meglio il suo vero obiettivo, è diventare n.1 al mondo, ancor più del vincere un torneo dello Slam.
    “Il mio obiettivo? Vincere un torneo dello Slam lo è assolutamente”, confessa Stefanos, “ma… alla fine, sai… lo scambierei senza indugio per essere il numero uno. È sicuramente qualcosa di speciale, è il segno che hai raggiunto il massimo nella tua carriera e mi piace quando riesci a massimizzare tutto quel che hai fatto negli anni. Così un giorno potrei dire con orgoglio ai miei nipotini di esser stato il migliore in quel che facevo”.
    Per arrivarci, è indispensabile giocare al meglio. Per questo Tstisipas pensa di voler spingere ancor più sul proprio gioco offensivo: “Mi sono impegnato molto nel mio gioco offensivo, perché il mio stile si basa su questo e sull’essere aggressivo. Inoltre, il mio servizio è una delle mie armi principali e sto lavorando sulla mia flessibilità per arrivare a colpire più risposte possibili in campo e di buona qualità“. In effetti, come abbiamo riportato nell’articolo di ieri, in risposta i numeri del greco non sono assolutamente al livello delle sue altre fasi di gioco, situazione che paga soprattutto contro i migliori.
    Per arrivare in vetta, servono anche i punti degli ATP 250: “Voglio scrivere il mio piccolo pezzo di storia su questo campo. È sicuramente un’ottima location per il tennis, il posto è bellissimo e il torneo funziona. Penso che la scelta di portare un evento in questa stagione dell’anno sia un’ottima idea” conclude Stefanos.
    Finora Tstistipas ha toccato come miglior ranking la terza posizione, il 9 agosto 2021, ma più volte è stato anche in lizza per issarsi in vetta alla classifica se avesse vinto uno Slam e con risultati non eccellenti dei rivali (Djokovic, Alcaraz) nel corso del torneo, situazione che non si è poi verificata.
    Tsitsipas è tornato ad allenarsi con Philippoussis dopo l’improvviso addio appena prima di Roland Garros. Dopo aver parlato apertamente della difficoltà nell’avere due coach (papà e l’australiano) e quindi dover mediare con idee non sempre univoche su come lavorare e comportarsi in campo, adesso Stefanos pare averci ripensato, forse anche dopo la sequela di risultati dell’ultimo periodo assolutamente al di sotto delle sue aspettative e potenziale. Dopo la finale agli Australian Open di gennaio infatti si pensava che “Stef” fosse pronto per vincere molti tornei, incluso i 1000 sul veloce e magari lo Slam che ancora gli manca. Purtroppo per lui la stagione su erba da poco conclusa è stata assai deludente (due sconfitte al primo turno, una al secondo e solo gli ottavi a Wimbledon, conquistati soffrendo terribilmente in ogni match); ma anche sull’amata terra rossa, nonostante risultati complessivamente buoni, non ha vinto tornei e soprattutto in tutto il 2023 non è ancora riuscito a battere un top10 (ha perso 2 volte contro Alcaraz, poi da Medvedev, Fritz e Djokovic a Melbourne). Numeri che evidenziano la necessità di un cambio di passo, di un salto di qualità, visto che i migliori hanno capito come metterlo in crisi, e ci riescono. Serve una contromossa, Stef…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Badosa mi motiva a essere migliore. Non lavoro molto sulla tecnica”

    Stefanos Tsitsipas e Paula Badosa (foto di AS)

    Stefanos Tsitsipas sarà testa di serie n.5 ai Championships, pronti a scattare lunedì prossimo con i primi match di singolare. Il più storico torneo della disciplina finora è stato piuttosto ostico per il greco, 5 vittorie e 5 sconfitte, con gli ottavi di finale del 2018 (sua prima volta con accesso diritto al main draw) come miglior risultato. Non è solo Wimbledon, è l’erba che sembra non adattarsi al suo gioco, probabilmente perché Stefanos non colpisce con grande anticipo da fondo campo, subendo soprattutto sul lato del rovescio, il suo vero punto debole. Tuttavia nel tempo ha migliorato notevolmente il suo gioco di volo, e chissà che proprio quest’anno non riesca a svoltare, sulla superficie e da un periodo non esaltante. Nei tre tornei sui prati disputati finora, ha raccolto la miseria di una vittoria, davvero poco. Alcuni insinuano che la sua testa sia un po’ “persa” dietro alla sua relazione con Paula Badosa, star del tennis iberico ed ex n.2 al mondo, attualmente impegnata nel recupero da un serio problema alle vertebre. Anche la sua presenza a Wimbledon è fortemente a rischio, tanto che la spagnola scioglierà la riserva probabilmente oggi, prima del sorteggio che avverrà domani mattina.
    Intanto Badosa era a Maiorca con Stefanos, allenandosi insieme al team Tsitsipas, sotto gli occhi di papà Apostolos. Per la prima volta Tsitsipas ha parlato apertamente della nuova e molto chiacchierata relazione, con un’intervista al quotidiano spagnolo AS, nella quale si è soffermato anche sul proprio gioco e diversi altri temi. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti del suo pensiero.
    “La relazione con Paula è la cosa migliore che potesse capitarmi” afferma Stefanos. “Sono consapevole che, soprattutto quando la cosa è venuta alla luce, non sarebbe stato facile a causa dell’interesse dei media e di ciò che comporta, perché la gente parla tanto. Ma cerco di non prestare attenzione. È inevitabile, accadrà. Può volerci del tempo per adattarsi, ma ora è davvero bello abituarsi a qualcosa del genere, perché non mi era mai successo prima, lei è la persona giusta. Siamo adatti l’uno per l’altra”
    “Come tennista la ammiro molto, è la mia giocatrice preferita. Lo trovo una personalità molto interessante. Non solo per il suo aspetto, ma anche per quello che ha dentro. Quando gioca, vedo me stesso. Ci sono molte cose che le vedo fare in campo che farei anche io. È molto raro che ci sia una giocatrice di cui posso parlare così. Mi ispira. Spero di ispirare anche lei. Mi fa amare di più il tennis. Mi motiva a essere migliore. Non ho vinto molte partite nelle ultime settimane, ma non è colpa sua. Quando sono in campo, la responsabilità è solo mia. È la persona più comprensiva con cui sia mai stato, vuole il meglio per me. Sono molto fortunato che sia nella mia vita… Ridiamo, piangiamo, festeggiamo, stiamo molto insieme. Voglio creare sogni e conquistarli insieme”.
    Chiedono a Tsitsipas come abbia lavorato per placare il suo nervosismo, a volte molto evidente in campo: “Ho avuto momenti nella mia carriera in cui ho mostrato frustrazione e rabbia. Ho delle aspettative, la sensazione di essere migliore di quello che mostro. Ho ricevuto molte critiche, così come molti altri giocatori, e possono essere difficili da digerire. Finora credo di aver prodotto prestazioni inferiori al mio valore, posso ottenere molto di più. Ma allo stesso tempo, faccio del mio meglio, ci provo al 100%. Vado in campo per combattere e dare il massimo. Ma si può risolvere questi problemi solo con molto allenamento, in modo che i sogni continuino a fluire”.
    Stefanos lavora con uno psicologo da moltissimi anni: “Sì, mi confronto con lo stesso psicologo da quando avevo 14 anni. A volte diventa mentalmente estenuante parlare delle stesse cose e fare le stesse routine. Quindi ho delle pause durante l’anno in cui non parlo molto con lui. Dipende dal mio stato d’animo, da come penso che sia un bene per me. Sicuramente gli psicologi aiutano, credo in tutti gli sport. Ma la squadra che hai intorno aiuta ancora di più, secondo me. Le persone che sono con te ogni settimana sono le più importanti”.
    Davvero sincera la sua risposta alla domanda ‘cosa ti manca per vincere un torneo dello Slam?’: “Non lo so. Cerco di scoprirlo ogni giorno. Non ho una risposta, ma spero di poterci arrivare. In preseason, quando ho molto tempo per allenarmi, a volte scopro cose nuove nel mio gioco. Quando il calendario propone un torneo dopo l’altro e non posso sedermi e allenarmi per molti giorni di fila, può essere molto difficile capire cosa va e cosa non funziona. Non lavoro molto la tecnica. Ci sono momenti in cui mi sembra che manchi qualcosa, vedo un grande divario”.
    Quest’ultima risposta è di una sincerità quasi disarmante, e forse spiega il perché Tsitsipas sia fermo da un bel po’ e anzi, surclassato da Alcaraz e con gli altri giovani pronti al sorpasso. Una delle chiavi del successo dei grandissimi campioni che hanno dominato gli ultimi anni della disciplina (Roger, Rafa, Novak) è stata sicuramente l’ossessione per il miglioramento continuo, la ricerca di novità tecniche e tattiche per coprire debolezze ed affinare armi e schemi per diventare ancor più forti. Nadal negli ultimi anni è diventato molto più offensivo e con un rovescio assai più incisivo; Roger nel 2017 ha dominato l’annata con un rovescio tutto nuovo, clamoroso, che sicuramente avrà alimentato in lui non pochi ripianti per non aver spinto su quelle novità anni addietro… Djokovic con Becker prima e Ivanisevic poi ha costruito un servizio diventato arma letale, soprattutto a Wimbledon. Il miglioramento continuo non è solo un fatto, ma è uno stile di vita sportiva, la ricerca di quel qualcosa che manca e che ti motiva a spingerti oltre i tuoi limiti. Dalle parole di Tsitsipas questo non si vede. “Non lavoro molto sulla tecnica”, afferma, con quella debolezza assoluta sul rovescio, colpo stilisticamente splendido ma giocato con così poco anticipo e sicurezza nell’entrare nella palla da farlo diventare un’autostrada per gli avversari…
    E pensare che l’ingresso di Philippoussis sembrava aver migliorato la sua situazione, con la ricerca di un tennis più offensivo e proiettato a rete per mascherare i diritti e proporre problemi agli avversari. Poi tutto è saltato. Ora, forse, si capiscono i veri motivi.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO