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    L’amore di papà Pietrini: “Brava Secca! Me lo sentivo, ci credevo molto”

    Di Redazione Tra le Ragazze Terribili che si sono messe al collo la medaglia oro dei Campionati Europei, anche la giovane Elena Pietrini. Più che protagonista in questo torneo iridato, Pietrini si è distinta soprattutto nela finalissima contro la Serbia. A seguirla, anche nei momenti bui come la sconfitta a Tokyo, il papà Alberto: cestista di 2.10 metri che a Elena non ha trasmesso solo l’altezza, ma anche l’amore per gli sport di squadra. L’intervista di La Repubblica Bologna. Com’è stato il giorno dopo? «Sono andato a recuperare mia figlia all’aeroporto, pranzo insieme e poi tutti al mare a goderci la giornata. Non dico che ne ero certo, ma ci credevo molto. Sapevo che quelle ragazze a Tokyo non avevano ancora tirato fuori il loro vero potenziale. Peccato non averla vista dal vivo, con l’oro al collo davanti a ventimila serbi, ma non abbiamo fatto in tempo a organizzarci con voli e coincidenze». Lei cestista, Elena pallavolista. Quando ha capito di avere una figlia “ribelle”? «Fedelissima, in realtà, allo sport della mamma, che giocava a pallavolo, e alla sorella Giulia, che ha lasciato il campo tre anni là e ora allena. Che Elena fosse votata al volley lo si capì a 12 anni quando faceva ginnastica artistica ed era già troppo alta per quella disciplina. S’innamorò del volley agli allenamenti della sorella. A 14 anni era 1.86 ed era già nella Volleyro a Roma, ma doveva ancora finire di crescere. Ora è 1.90,22 centimetri meno di me». Cosa si prova, da sportivo, ad avere un campione in famiglia? «Sono molto contento per lei, perché se lo merita. E anche per me, perché all’azzurro non ho mai avuto la possibilità dì avvicinarmi. Ho iniziato tardi con la pallacanestro, la mia tecnica non era sopraffina ed erano anni in cui c’erano molti nomi più titolati di me».La prima cosa detta a Elena? «Brava Secca! La chiamiamo sempre così. Ora spero di tornare a seguirla nei palazzetti, come sempre» LEGGI TUTTO

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    Italia campione, capitan Sylla: “Facile criticare da casa, ci siamo prese la nostra rivincita”

    Di Redazione Quale posto migliore per sfatare un tabù se non la casa delle tue acerrime rivali, autentiche bestie nere delle ultime competizioni, comprese le ultime Olimpiadi? E soprattutto, quale modo migliore per scrivere la parola fine di una favola sportiva come questa se non con il punto finale del tuo capitano? Quelle che hanno scritto le azzurre a questi Europei 2021 sono davvero pagine speciali, importanti, frutto di enormi sacrifici e anche la forza di rialzarsi e prendersi delle rivincite. Contro chi? Lo ha spiegato molto bene a fine partita proprio Miriam Sylla. “Le medaglie bisogna guadagnarsele e noi, nonostante tante cadute, abbiamo dimostrato che sono state delle lezioni. Siamo arrivate qui con tanta fame, abbiamo lottato e abbiamo conquistato questa vittoria. Complimenti a noi e al nostro gruppo. Mi avrebbe fatto troppo male non giocare questa partita, sia a livello personale che per il gruppo. È un risultato che ci dà molta soddisfazione perché l’oro europeo non arrivava da 12 anni. Dopo la sconfitta alle Olimpiadi siamo state attaccate da chi è a casa e nonostante tutto ci siamo rialzate, abbiamo lottato e dimostrato chi siamo“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Barbolini: “Troppi errori, ma li commisi anche io”. Giani: “La VNL poteva aiutare”

    Di Redazione Come sia andata a finire per l’Italvolley maschile e femminile ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ormai è cosa nota. Serve un cambio per trovare la giusta ripartenza anche in vista degli Europei, come affermato dal presidente della Federvolley Manfredi. A giudicare il percorso delle Nazionali sono anche i tecnici che sono stati sulla panchina azzurra, o che attualmente guidano squadre estere, come riporta La Gazzetta dello Sport. “Le sconfitte servono per pensare. È giusto starci male, ma l’Europeo ravvicinato può aiutare per ripartire. La finale manca dal 2009 e potrebbe essere la volta buona per tornare a giocarci un titolo. Guardando al rendimento forsei troppi errori non hanno aiutato la squadra. Ma questo stop non deve creare dubbi sull’ottimo lavoro svolto. In finale sono arrivate due squadre esperte con un’età media di 31 anni” afferma coach Barbolini, ex azzurro del femminile. “La Vnl per chi l’ha giocata ha dato indicazioni important. È un torneo che ti può aiutare a capire su cosa si può e si deve lavorare per migliorare. Un surplus a quello che puoi fare negli allenamenti. L’Italia ai Giochi ha faticato all’inizio con la battuta e poi ha avuto qualche problema fisico che non l’ha aiutata. Mi sono piaciuti molto Michieletto e Juantorena oltre a Galassi”, sono le parole del ct Giani, sulla panchina della Germania e di Modena. “Nella fase di avvicinamento alle Olimpiadi di Pechino scelsi di partecipare al Grand Prix con tutte le titolari mentre verso Londra cambiai programma preparando i Giochi restando inItalia con le titolari. In entrambi i casi l’avventura olimpica si fermò troppo presto” conclude Barbolini. LEGGI TUTTO

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    Raphaela Folie assente agli Europei: “In boca al lupo ragazze, date il meglio”

    Di Redazione Niente Europei per Raphaela Folie. Dopo l’esperienza olimpica, per la centrale dell’Imoco Conegliano è tempo di una settimana di relax in vista della prossima stagione sportiva. A comunicarlo è lei stessa sul suo profilo Instagram: “Un Olimpiadi sognata da tanti anni.. non è andata come volevamo, ma è stato un onore vivere quest’esperienza con un gruppo come il nostro, più unito che mai..faccio un grande in bocca al lupo alle mie compagne per l’europeo e sono sicura che riuscirete a mettere il campo tutto quel potenziale che avete dentro. Dopo 13 mesi consecutivi di attività per me è arrivato il tempo per una settimana di relax prima di tornare a Conegliano per svolgere un lavoro mirato per il mio fisico per affrontare una stagione piena di obiettivi importantissimi”. (Fonte: Instagram Raphaela Folie) LEGGI TUTTO

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    Lo sfogo di Fahr: “Fa malissimo e ancora non ci credo. Che occasione sprecata”

    Di Redazione La nazionale femminile è rientrata in Italia dopo 23 giorni trascorsi a Tokyo, per disputare le Olimpiadi 2020. Qualche momento per recuperare il pesante jet lag e poi subito a lavorare in vista degli Europei. Qunado si torna a casa da un viaggio, la prima sensazione è quella di essere finalmente ritornati in un ambiente familiare, con le proprie abitudini e il proprio habitat. Dopo un po’ di tempo, poi, subentra la nostalgia di quel posto, le avventure fatte, le cose viste. Sarah Fahr ne ha di nostalgia. E, probabilmente, anche un po’ di rammarico perchè la cosa più bella che avrebbe potuto vedere a Tokyo sarebbe stata sicuramente color oro. Così, Fahr ha deciso di sfogare questi suoi sentimenti sul suo profilo Instagram, ripercorrendo quei 23 giorni di avventura: “Questa mattina sento qualche rumore in più, guardo il telefono, sono le 6:30. “Che strano“, penso tra me e me. Ci metto un attimo e dopo qualche secondo realizzo… non sono più nel mio letto di cartone di Tokyo, bensì nel mio letto a Piombino. Eh si, perché ieri dopo ben 23 giorni dalla nostra partenza per il Giappone siamo rientrate in Italia. “Casa dolce casa“ penso ogni volta che rientriamo. Questa volta però non è così”, incomincia a scrivere Fahr. “Tokyo 2020: la mia PRIMA OLIMPIADE.Un mix di emozioni uniche, credetemi. Vivere in un villaggio in cui ogni singolo atleta é un campione ti da un’energia pazzesca. Un‘energia che però non abbiamo sfruttato come volevamo. Sì, perché come tutti sapete, siamo state eliminate ai quarti di finale. Fa male, anzi malissimo, tornare senza medaglia al collo e più passa il tempo più faccio fatica a credere che abbiamo buttato via un ‘occasione del genere con un gruppo del genere. Un gruppo che si è creato da qualche anno ormai, formato da persone uniche, speciali, che lavorano sodo e sognano in grande. Forse ad oggi abbiamo toccato il fondo, ma come dice sempre mio nonno: “Non importa se tocchi il fondo, importa quanto in alto rimbalzi dopo averlo toccato“. La conclusione è poi un invito alla fiducia del pubblico, un inno alla grinta che contraddistingue le azzurre di Mazzanti: “Tra qualche giorno inizierà l’EUROPEO. Sarà l’occasione per riscattarci, per renderCI e renderVI orgogliosi di noi. Non smetteremo mai di SOGNARE!” (Fonte: Instagram Sarah Luisa Fahr) LEGGI TUTTO

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    Le pagelle della sconfitta: Egonu come Godot. De Gennaro l’unica da 7

    Di Alessandro Garotta Come nei peggiori incubi. Una bruttissima Italia viene annichilita dalla Serbia ed eliminata dal torneo di volley femminile delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Per la formazione allenata da Davide Mazzanti, la delusione è grandissima: partita con il chiaro obiettivo di conquistare una medaglia a cinque cerchi, ha dovuto abbandonare i sogni di gloria già nella prima partita a eliminazione diretta. Eppure, preoccupanti segnali erano già arrivati dalle ultime due partite del girone eliminatorie, perse in malo modo con Cina e Usa, dopo aver dominato nelle prime tre Russia, Turchia e Argentina. Veniamo quindi alle pagelle delle giocatrici per valutare il loro percorso nella rassegna olimpica. Paola Egonu voto 5. La delusione è un sentimento di secondo livello, figlio dell’aspettativa, che è una categoria dello spirito per definizione soggettiva. Se però nei nostri sogni magari aspettiamo Godot, a Tokyo aspettavamo l’opposta azzurra. E lei non è arrivata. Un po’ perché la sua intesa con Malinov sembra abbia fatto passi indietro, un po’ perché probabilmente la condizione di forma non è più quella di qualche mese fa, fatto sta che il suo 4% di efficienza in attacco di mercoledì è decisivo per sancire l’uscita di scena dell’Italia ai quarti. Ma a pesare sulle sue prestazioni è soprattutto il numero complessivo di errori (78 di cui 19 in battuta). Comunque nessun dramma: non basta un’Olimpiade deludente a poter mettere in discussione lo spessore del talento di Paola.  Ofelia Malinov voto 5. Dopo il Mondiale 2018 la nostra palleggiatrice non è più riuscita a replicare prestazioni di spessore, almeno in nazionale. Forse ci eravamo illusi che potesse scavalcare qualche gradino nel processo di crescita, invece sbatte il muso contro una pallavolo d’alto livello non semplice da raggiungere. In questo torneo olimpico cerca fin dall’inizio di velocizzare il gioco, forse anche troppo, visto che spesso i suoi palloni non sono facili da gestire per i posti-4. Con le centrali va anche peggio, dato che difficilmente riescono a fare la differenza in attacco.  Alessia Orro voto 6. Quando viene chiamata in causa, offre un contributo tutto sommato positivo, cercando di servire palloni puliti alle compagne. Ci prova anche contro la Serbia, anche se in questo caso le avversarie spesso leggono in anticipo le sue traiettorie e, alla fine, le percentuali della squadra in fase offensiva rimangono piuttosto basse.   Elena Pietrini voto 6. Quando tutto fila liscio dà l’impressione di essere un buon fattore per l’Italia con la varietà di colpi che si ritrova in attacco, ma quando il gioco si fa duro troppo spesso fatica a mettere la palla a terra denotando assenza di killer instinct. Nel complesso è comunque un’Olimpiade sufficiente per la nostra giovane schiacciatrice (51 punti con il 26,6% di efficienza in fase offensiva e il 50,4% di ricezione positiva). Miriam Sylla voto 5. L’infortunio sofferto in una delle amichevoli preolimpiche ne mina la condizione fisica e mentale, trasformandola da posto-4 titolare a giocatrice-spogliatoio a Tokyo. Quando viene chiamata in causa, non trova mai ritmo e continuità: paga grosse difficoltà nei fondamentali di seconda linea e il suo gioco ne risente (19 punti e tanti errori in ricezione).  Caterina Bosetti voto 6,5. Nelle prime partite fa tutto alla perfezione: batte, riceve, attacca e mura con un margine di errore veramente ridotto, dimostrando completezza, attitudine e carattere. Purtroppo nel momento della verità, almeno sotto il profilo dell’importanza della posta in palio, stecca in maniera abbastanza clamorosa; è sembrato quasi irreale vederla annaspare in quel modo contro la Serbia (nel complesso 60 punti, 6 stampate vincenti, il 19,8% di efficienza in fase offensiva e il 71,0% di ricezione positiva).   Indre Sorokaite s.v. In campo solo per alcuni scambi, mette a referto un ace ma anche 5 errori al servizio.  Anna Danesi voto 6. La palla tesa che le viene servita non sempre riesce a creare preoccupazioni alla gabbia muro-difesa avversaria (solo 15 punti in attacco). D’altronde, man mano che cresce il livello di organizzazione delle rivali, si trovano schiacciatrici che mettono le mani sul pallone e centrali velocissime nel raddoppio, quindi urge trovare il modo di restituire efficacia a quel colpo. Nonostante queste criticità, Anna riesce a rendersi utile a muro portando in dote 14 punti nel fondamentale.  Sarah Fahr voto 6. Tutto lasciava immaginare cose pirotecniche dopo un debutto con i fiocchi in cui la nostra giovane posto-3 sciorina talento e solidità, senza farsi intimorire dal massimo palcoscenico internazionale (9 punti con il 50% in attacco e 4 stampate contro la Russia). Tuttavia, dalla sfida contro la Cina il suo rendimento cala: fatica a prendere il ritmo contro le attaccanti avversarie che la mettono costantemente in difficoltà.  Cristina Chirichella voto 5,5. I suoi ingressi dalla panchina non portano alcuna risorsa in più alla squadra, nonostante un atteggiamento positivo: si dimostra sempre grintosa, prova a bucare le avversarie in primo tempo, ma trovare la marcia in più è davvero complicato così come dare una mano alla difesa sporcando più palle possibili sotto rete (alla fine sigla 10 punti di cui 3 muri).  Raphaela Folie s.v. Troppo poco tempo in campo per essere giudicata. Però, quando fa il suo ingresso contro l’Argentina si dimostra sontuosa in attacco e a muro (3).  Monica De Gennaro voto 7. Prestazioni di grande sostanza per il libero campano, che chiude il torneo olimpico con il 70% di ricezione perfetta e se l’Italia tiene abbastanza bene in questo fondamentale è sicuramente merito anche suo. In difesa ci mette la solita determinazione, salvando diversi palloni che favoriscono le rigiocate delle azzurre. Davide Mazzanti voto 4,5. Il cammino della nazionale femminile a Tokyo è tutt’altro che brillante. Vero che si trovava nel cosiddetto girone di ferro dal quale esce indenne, è altresì vero che alle prime tre vittorie convincenti fanno seguito le deludenti prove contro Cina e Stati Uniti, e soprattutto l’eliminazione contro la Serbia. Inevitabilmente sul banco degli imputati finisce il Commissario Tecnico, le cui scelte fin dalle convocazioni hanno lasciato diverse perplessità. Perché, ad esempio, portare una quarta centrale al posto di una ricettrice che avrebbe potuto dare maggior sostanza alla seconda linea in caso di necessità? E ancora, i black out improvvisi, la mancanza di un piano B, i cambi tardivi o spesso sbagliati. O ancora Egonu messa nelle condizioni di brillare solo a intermittenza, complice una forma non ottimale e un gioco troppo spinto ed esasperato. Ora testa ai Campionati Europei, dove non ci possiamo permettere altri passi falsi.  LEGGI TUTTO

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    Sylla: “Non ha funzionato niente”. Malinov: “Non smettete di credere in noi, ci rialzeremo”

    Di Redazione C’è comprensibile rammarico, ma anche voglia di riscatto, nelle parole delle ragazze della Nazionale italiana. La dolorosa sconfitta che la Serbia ha inflitto loro nei quarti di finale segna l’eliminazione dal torneo olimpico e la fine del sogno medaglia. Adesso la squadra vuole e deve riprendersi in vista del Campionato Europeo, dove si attende una pallavolo migliore di quella vista in campo oggi. MYRIAM SYLLA: “Ho poco da dire perché il risultato parla da sé, ci è mancato qualcosa ma non sappiamo cosa, perché altrimenti avremmo cercato di rimediare. Siamo scese in campo convinte che questa potesse essere la partita della svolta e, invece, non è andata bene. Non ha funzionato niente stasera”. ELENA PIETRINI: “Sono molto dispiaciuta per il risultato, perché ci abbiamo sempre creduto. In tutti i set abbiamo accusato un calo e contro la Serbia non te lo puoi permettere. Bisogna fare i complimenti a loro. Potevamo fare di più nel primo set, invece quelle occasioni sprecate hanno pesato sul resto del nostro match”. CRISTINA CHIRICHELLA: “C’è delusione e rammarico per questa sconfitta, potevamo fare sicuramente meglio e dovevamo credere di più in noi stesse. Dopo un buon avvio di torneo penso che noi abbiamo perso il ritmo, mentre le altre formazioni sono cresciute. Anche oggi il nostro gioco non è stato continuo, troppi sono stati gli errori commessi. In un’Olimpiade le partite importanti sono dai quarti in poi, bisogna battere tutte le avversarie”. OFELIA MALINOV: “C’è poco da dire, dispiace a tutte uscire in questa maniera dal torneo olimpico. A capitolo chiuso sono tante le cose che si potevano meglio, il gruppo però c’ha creduto sempre, anche se non siamo riuscite a far vedere la nostra pallavolo. Non è una scusa ma siamo una squadra giovane e mi piace pensare che questa sia un’esperienza dalla quale acquisire forza per il futuro. Vorrei solo chiedere alla gente di continuare ad avere fiducia in noi, perché adesso ci fa tanto male, ma ce la metteremo tutta per rialzarci”.  (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Mazzanti: “Noi come Tamberi. Dopo l’infortunio, via il gesso verso l’Europeo”

    Di Redazione L’Italia di coach Mazzanti interrompe il proprio percorso olimpico con una pesante sconfitta subìta dalle Campionesse del mondo della Serbia. Un 3-0 netto, con le azzurre in confusione che non sono riuscite ad imporre il loro gioco, che conferma la maledizione italiana del non aver mai superato i quarti di finale nelle Olimpiadi femminili. Le parole del ct Mazzanti: “Questa è un’eliminazione dolorosa, avevo la sensazione che potevamo stare vicini a loro e giocarcela. Con il passare della partita, invece, ha fatto la differenza la fase battuta-ricezione: molto della nostra sconfitta penso dipenda da quello. Ci hanno messo in grossa difficoltà con il servizio, mentre noi al contrario non ce l’abbiamo fatta. Quando la Serbia gioca poi con palla sulla rete, diventa complicatissimo gestire il match. Dobbiamo tenerci stretto il dolore di quest’Olimpiade, penso che questo sia come una sorta d’infortunio: pensavo per esempio a Tamberi prima dei Giochi di Rio. Certo noi non abbiamo infortuni dal punto di vista fisico, però abbiamo queste cadute che fanno male e adesso dovremo toglierci “il gesso” e ripartire subito perché ci aspetta il Campionato Europeo. Sarà importante capire gli aspetti su cui lavorare, perché alcune cose che credevo venissero fuori in quest’Olimpiade non si sono viste. Il rammarico di aver immaginato un’Italia diversa e purtroppo non siamo mai state in grado di far vedere la pallavolo di cui siamo capaci. Mi dispiace tantissimo uscire dall’Olimpiade anche per il nostro intero movimento, perché sono convinto che quello che fa la Nazionale ha delle ricadute importanti. Ieri sono usciti i ragazzi, oggi noi, un vero peccato perché la pallavolo italiana si nutre dei nostri risultati. Io sono convinto che questo gruppo abbia ancora tanto da raccontare e vogliamo superare questa delusione il prima possibile”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO