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    LeBron James può tornare a giocare: era falso positivo

    La Nba fa sapere che LeBron James può tornare a giocare: il suo era un caso di falsa positività al Coronavirus. L’asso dei Lakers è uscito dai protocolli anti-Covid dopo due tamponi molecolari negativi. “James è stato originariamente inserito nei protocolli sanitari martedì 30 novembre dopo che una serie di test ha fornito risultati contrastanti, incluso un primo test positivo che è stato raccolto il 29 novembre” comunica la Nba. Poi “ulteriori test hanno confermato che non è un caso positivo”. 
    James disponibile per il derby
    James potrà essere già in campo nel derby contro i Clippers di domani notte. In dettaglio, fa sapere la Nba, “in conformità con i protocolli e la pratica di test coerente in vigore dal riavvio della stagione 2019-20 a Orlando, il campione che ha prodotto il test positivo iniziale è stato rieseguito due volte e ha restituito un risultato negativo e uno positivo su due diversi strumenti Pcr”, ha fatto sapere l’Nba. “Di conseguenza, James è stato sottoposto a ulteriori test. il 30 novembre, con un tampone che ha restituito un risultato negativo e un secondo test con un risultato clinicamente inconcludente”.  LEGGI TUTTO

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    Trump Jr contro LeBron: “La più grande putt**a nel mondo dello sport”

    LOS ANGELES (California) – Non si sono mai amati tra di loro e adesso è arrivata una nuova conferma. A distanza di mesi la famiglia Trump torna ad attaccare LeBron James, a seguito dell’episodio a Indiana in cui la stella dei Los Angeles Lakers ha fatto allontanare due tifosi in prima fila. Il giocatore Nba ha indicato i sostenitori dei Pacers, colpevoli di averlo offeso e di aver augurato la morte a suo figlio Bronny: “Vorrei che tuo figlio morisse in domani un incidente d’auto”.Guarda la galleryForbes, la top 10 degli sportivi più pagati nel 2020
    Trump Jr contro LeBron
    Un episodio che ha spinto Donald Trump Jr a prendersela con il campione. Prima si è preso gioco di lui sui social con dei fotomontaggi e con storpiature del suo nome, poi lo ha offeso direttamente: “Esiste nel mondo dello sport professionistico una putt**a più grande di LeBron?”. In questo caso la parola “bitch” (letteralmente appunto “putt**a”) viene utilizzata secondo lo slang americano per identificare qualcuno che si lamenta molto o comunque un uomo considerato “un debole”. LEGGI TUTTO

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    Trump Jr attacca LeBron: “Non c'è putt**a peggiore nello sport”

    LOS ANGELES (California) – La famiglia Trump torna ad attaccare LeBron James a distanza di mesi dall’ultima volta. C’è sempre stata poca simpatia tra le due parti e la conferma è arrivata anche a seguito dell’episodio a Indiana, in cui la stella dei Los Angeles Lakers ha fatto allontanare due tifosi in prima fila, colpevoli di averlo offeso e di aver augurato la morte a suo figlio Bronny: “Vorrei che tuo figlio morisse in domani un incidente d’auto”.Guarda la galleryAtleti più pagati nel 2020, ecco i primi 10 in classifica
    Famiglia Trump contro LeBron
    Donald Trump Jr ne ha approfittato per prendersela con il campione, schernendolo prima sui social con dei fotomontaggi e con storpiature del suo nome, e poi offendendelo direttamente: “Esiste nel mondo dello sport professionistico una putt**a più grande di LeBron?”. Entrando più nel dettaglio dello slang americano, la parola “bitch” viene utilizzata anche (ed è questo il caso) per identificare qualcuno che si lamenta molto o comunque un uomo considerato “un debole”. LEGGI TUTTO

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    Nba: Suns inarrestabili, LeBron James non basta ai Lakers

    ROMA – Undicesima vittoria di fila per Phoenix nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Sul parquet amico del Footprint Center, davanti a oltre 17mila spettatori, i Suns si impongono per 112-104 sui Dallas Mavericks orfani di Doncic, ai quali non bastano i 23 punti del lettone Porzingis (top-scorer della serata). Lo stesso numero di punti fa LeBron James, il cui rientro dopo otto gare di assenza non serve però ai Los Angeles Lakers per evitare il ko a Boston: i Celtics dilagano fino al 130-108 finale mettendo in mostra un Tatum in versione monumentale, autore di 37 punti. 
    Agli Warriors bastano le ‘seconde linee’
    Bastano invece  le seconde linee dei Golden State Warriors per espugnare la Little Caesars Arena di Detroit: i Pistons cadono per 105-102 sotto i colpi di uno scatenato Poole, a referto con un bottino personale di 32 punti. Successo casalingo per i campioni in carica dei Milwaukee Bucks, che piegano per 96-89 Oklahoma City Thunder con 21 punti del ‘bomber’ Antetokounmpo. Affermazione interna anche per i New Orleans Pelicans, che mettono al tappeto per 94-81 i Los Angeles Clippers con 26 punti del lituano Valanciunas. Il roster di coach Green perde però il 22enne brasiliano Louzada, sospeso per doping dalla National Basketball Association per 25 partite. Affermazione interne e di misura anche per Charlotte Hornets e Brooklyn Nets, a segno rispettivamente contro Indiana Pacers (121-118) e Orlando Magic (115-113); Chicago Bulls e Toronto Raptors fanno festa lontano da casa negli impianti di Denver Nuggets (108-114) e Sacramento Kings (89-108) LEGGI TUTTO

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    Nba: torna LeBron ma i Lakers vanno ko, nessuno ferma i Suns

    TORINO – Nessuno ferma Phoenix che ottiene l’undicesima vittoria di fila nella regular-season della Nba. Sul parquet amico del Footprint Center, davanti a oltre 17mila spettatori, i Suns si impongono per 112-104 sui Dallas Mavericks orfani di Doncic, ai quali non bastano i 23 punti del lettone Porzingis (top-scorer della serata). Lo stesso numero di punti fa LeBron James, il cui rientro dopo otto gare di assenza non serve però ai Los Angeles Lakers per evitare il ko a Boston: i Celtics dilagano fino al 130-108 finale mettendo in mostra un Tatum in versione monumentale, autore di 37 punti. 
    Golden State passa a Detroit, ok anche i Bucks
    Bastano invece  le seconde linee dei Golden State Warriors per espugnare la Little Caesars Arena di Detroit: i Pistons cadono per 105-102 sotto i colpi di uno scatenato Poole, a referto con un bottino personale di 32 punti. Successo casalingo per i campioni in carica dei Milwaukee Bucks, che piegano per 96-89 Oklahoma City Thunder con 21 punti del ‘bomber’ Antetokounmpo. Affermazione interna anche per i New Orleans Pelicans, che mettono al tappeto per 94-81 i Los Angeles Clippers con 26 punti del lituano Valanciunas. Il roster di coach Green perde però il 22enne brasiliano Louzada, sospeso per doping dalla National Basketball Association per 25 partite. Affermazione interne e di misura anche per Charlotte Hornets e Brooklyn Nets, a segno rispettivamente contro Indiana Pacers (121-118) e Orlando Magic (115-113); Chicago Bulls e Toronto Raptors fanno festa lontano da casa negli impianti di Denver Nuggets (108-114) e Sacramento Kings (89-108) LEGGI TUTTO