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    Swiatek: “ATP e WTA mancano di leadership. I tennisti russi e bielorussi andavano esclusi totalmente un anno fa”

    Iga Świątek, n.1 WTA

    Iga Swiatek ha preso una posizione molto critica e assai dura contro il governo del tennis Pro (ATP e WTA), a suo dire carente di leadership e debole nei confronti della Russia e Bielorussia dopo l’invasione militare dell’Ucraina. Per la polacca lo sport deve mandare un messaggio chiaro e forte, essendo anche un classico mezzo di propaganda politica. Pertanto l’anno scorso, quando iniziò l’invasione in Ucraina, era opportuno escludere totalmente gli atleti dei due paesi da ogni competizione sportiva, tennis incluso.
    La n.1 del tennis femminile così si è espressa a BBC sport, con un’intervista che sicuramente farà molto discutere, riaccendendo un tema che pareva ormai archiviato dopo la decisione di Wimbledon di consentire ai tennisti di Russia e Bielorussia di competere anche ai Championships sotto bandiera neutrale, astenendosi dal manifestare un supporto all’azione militare.
    “A mio avviso il il tennis avrebbe potuto fare meglio dall’inizio” dichiara Iga, “Ho sentito che dopo la seconda guerra mondiale, i giocatori tedeschi non erano ammessi alle competizioni, così come i giapponesi e gli italiani. Penso che questo genere di cose mostrerebbe al governo russo che forse non ne vale la pena. So che è una piccola cosa perché siamo solo atleti, un piccolo pezzo nel mondo, ma sento che lo sport è piuttosto importante e lo sport è sempre stato usato nella propaganda. Questo è qualcosa che è stato considerato all’inizio, nel tennis non è andata proprio così, ma ora sarebbe piuttosto ingiusto per i giocatori russi e bielorussi farlo perché questa decisione doveva essere presa un anno fa”.
    “C’era una mancanza di leadership da parte di WTA e ATP dopo l’inizio della guerra e, di conseguenza, il tennis è diventato un posto caotico. Sento che il tennis, fin dall’inizio, avrebbe potuto fare un po’ meglio nel mostrare a tutti che i tennisti sono contro la guerra”, ha aggiunto Swiatek. “Sento che potrebbero fare di più per chiarire questo punto e raccontare le loro opinioni, e aiutarci ad affrontare un po’ meglio la questione negli spogliatoi perché l’atmosfera è piuttosto tesa“.
    Dei giocatori russi e bielorussi sul tour, Swiatek ha dichiarato: “Non è colpa loro se hanno un passaporto del genere ma, d’altra parte, abbiamo tutti un qualche tipo di impatto e ritengo che dovremmo andare nella direzione che possa fermare l’aggressione della Russia, in termini di decisioni che le federazioni stanno prendendo. È facile dirlo, ma quando affronti le persone faccia a faccia è un po’ diverso. Ho stretto la mano, per esempio, a Daria Kasatkina, lei ha detto apertamente fin dall’inizio di essere contraria alla guerra e che sarebbe stato il suo sogno che la guerra finisse. Rispetto davvero questo perché ritengo che sia coraggioso per gli atleti russi dirlo apertamente, la loro situazione è piuttosto complicata e talvolta è difficile per loro parlarne ad alta voce”.
    Parole al veleno, che confermano come la situazione sul tour, soprattutto femminile vista la discreta presenza di giocatrici ucraine, sia assai complicata. Purtroppo la guerra non sembra destinata a terminare in tempi rapidi e la tensione resta alta. LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “Non so come reagirà il pubblico, ma sono felice di giocare a Wimbledon”

    Daniil Medvedev, assente a Wimbledon 2022

    Daniil Medvedev sarà protagonista stasera alla finale di Miami, contro il nostro Jannik Sinner. Il campione di US Open 2021 in Florida prima della finale ha parlato brevemente della questione Wimbledon, con i tennisti russi e bielorussi finalmente riammessi al più storico evento stagionale dopo il “Ban” della scorsa stagione, per la nota questione relativa all’invasione dell’Ucraina.
    “È un bellissimo torneo, uno del Grande Slam. Sono molto felice di poter giocare lì quest’anno”, ha detto un Medvedev. “Non so quale sarà la reazione del pubblico, non posso controllarla, ma sarò felice di poter tornare a giocare davanti al publico di Londra e in quel sito storico. Sono  campi unici al mondo. Speriamo di avere delle partite fantastiche e sorprendenti”.
    Così invece Karen Khachanov sulla questione: “Seguiamo solo le regole. Penso che questo sia quello che stiamo facendo ora, giusto? C’è neutralità? Beh, non c’è la bandiera russa già dalla fine di febbraio dello scorso anno. Quindi sostanzialmente continuiamo a fare lo stesso di tutti gli altri tornei, così almeno credo. Non è niente di diverso da quello a cui siamo già abituati. Tra l’altro non ho sponsor in Russia in questo momenti, quindi è quello che è, prendiamo quel che viene deciso. Noi alla fine pensiamo solo a giocare”. LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: Wimbledon riapre le porte ai tennisti russi e bielorussi sotto bandiera neutrale

    Wimbledon , veduta aerea del club

    L’edizione 2023 dei Championships di Wimbledon sarà aperta anche ai giocatori russi e bielorussi sotto bandiera neutrale. L’atteso annuncio che chiude una vicenda alquanto discussa è arrivato direttamente dall’AELTC attraverso un comunicato che riportiamo.

    A nome dell’All England Club e del Comitato di gestione dei Championships, desideriamo fornire un aggiornamento sulle iscrizioni al torneo di quest’anno. La nostra attuale intenzione è di accettare le iscrizioni di giocatori russi e bielorussi a condizione che gareggino come atleti “neutrali” e rispettino le condizioni appropriate. Questi proibiranno le espressioni di sostegno all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia in varie forme e vieteranno l’ingresso di giocatori che ricevono finanziamenti dagli stati russi e/o bielorussi (inclusa la sponsorizzazione da società gestite o controllate dagli stati) in relazione alla loro partecipazione ai Championships.
    Le condizioni sono state attentamente sviluppate attraverso un dialogo costruttivo con il governo del Regno Unito, l’LTA e gli organismi internazionali delle parti interessate nel tennis e sono in linea con le linee guida pubblicate dal governo per gli organismi sportivi nel Regno Unito.
    Tre sviluppi, presi insieme, hanno informato la nostra posizione attuale:– L’opzione delle dichiarazioni personali dei giocatori non era a nostro avviso fattibile l’anno scorso. Da allora, un ampio impegno con il governo e gli organismi delle parti interessate del tennis ha chiarito e sviluppato la forma delle dichiarazioni e prodotto misure praticabili per la loro attuazione e applicazione. Questo approccio ha il pieno sostegno del governo e di LTA, ATP, WTA e ITF.
    – C’è stata una reazione forte e molto deludente da parte di alcuni organi di governo del tennis alla posizione assunta da All England Club e LTA lo scorso anno con conseguenze che, se proseguite, sarebbero dannose per gli interessi di giocatori, tifosi, The Championships e British tennis.
    – Gli eventi tennistici al di fuori del Regno Unito hanno vissuto un anno di competizione con giocatori provenienti da Russia e Bielorussia che hanno gareggiato come atleti “neutrali”. Riteniamo inoltre che l’allineamento tra i Grandi Slam sia sempre più importante nell’attuale ambiente del tennis.
    Ian Hewitt, presidente dell’All England Club, ha commentato: “Continuiamo a condannare totalmente l’invasione illegale della Russia e il nostro pieno sostegno resta al popolo ucraino. Questa è stata una decisione incredibilmente difficile, non presa alla leggera o senza una grande considerazione per coloro che saranno colpiti. È nostra opinione che, considerando tutti i fattori, questi siano gli accordi più appropriati per il torneo di quest’anno. Siamo grati per il sostegno del governo mentre noi e i nostri organismi delle parti interessate del tennis abbiamo affrontato questa complessa questione e concordato condizioni che riteniamo realizzabili. Se le circostanze dovessero cambiare sostanzialmente da qui all’inizio dei Championships, prenderemo in considerazione e risponderemo di conseguenza”.
    Dal comunicato quindi emergono due fattori importanti: hanno sicuramente pesato le dure sanzioni prese da ATP e WTA contro la LTA e Wimbledon, oltre alla minaccia di togliere la licenza ai tornei; l’interesse della disciplina affinché il torneo più antico e prestigioso al mondo sia a tutti gli effetti equiparato agli altri, con i punti per il ranking. È indubbio che sull’attuale stagione stia pesando molto la mancanza dei punti di Wimbledon 2022. La situazione quindi sembra tornata “normale”, a meno che la situazione della guerra non peggiori ulteriormente. LEGGI TUTTO

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    Vika e Aryna, due visioni diverse sulle tensioni negli spogliatoi dei tornei WTA

    Aryna Sabalenka

    Acque sempre più agitate sul tour WTA. La clamorosa rivelazione di Lesia Tsurenko, ritiratasi da Indian Wells prima di affrontare Sabalenka poiché in preda a una crisi di nervi dopo aver discusso col CEO del tour femminile Steve Simon, ha di fatto scoperchiato una pentola che bolle all’impazzata, con tensioni notevoli tra le giocatrici per la questione della guerra e del trattamento riservato alle tenniste ucraine ma anche russe e bielorusse. Non che gli spogliatoi “rosa” siano sempre stati tranquilli, ma adesso la tensione sembra aver raggiunto livelli preoccupanti. Infatti se da un lato le giocatrici del paese invaso militarmente dalle armate di Putin si sentono poco tutelate, ora anche quelle dei paesi incriminati si sentono vittima di discriminazione, odio e tensione crescente. Una situazione incandescente, ma non tutte la vivono così. È interessante confrontare i pensieri delle due bielorusse Vika Azarenka e Aryna Sabalenka, che stanno attraversando momenti non facili, nell’occhio del ciclone per il sostegno del proprio paese alla guerra in corso, ma con un feeling personale diametralmente opposto.
    La campionessa degli Australian Open Aryna Sabalenka così ha parlato alla stampa, in merito alla tensione tra le giocatrici in questa fase storica: “La situazione è davvero, davvero difficile per me perché non ho mai affrontato così tanto odio negli spogliatoi“, ha confessato. “Certo, ci sono sempre molti hater su Instagram quando perdi le partite, ma negli spogliatoi non avevo mai affrontato una cosa del genere. È stato davvero difficile per me constatare che ci sono così tante persone che mi odiano davvero senza motivo, perché non c’è alcun motivo. Voglio dire, non ho fatto niente”.
    Più che litigi con altre tenniste, Aryna ha avuto degli scambi poco amichevoli con persone dell’entourage di alcune tenniste ucraine: “Ho avuto alcuni.. non direi veri litigi, ma delle strane conversazioni, non con le ragazze, ma con i membri della loro squadra. È stato difficile. È stato un periodo difficile. Ma ora forse sta migliorando”. Probabilmente le durissime parole di Lesia Tsurenko e poi del suo coach hanno fatto detonare la situazione, arrivando forse alla rottura necessaria per un confronto e quindi, si spera, una ripartenza con meno tensione.
    Sabalenka ha anche ammesso che, con poche eccezioni, la maggior parte delle giocatrici si limita a ignorarsi a vicenda: “Stavo lottando con questa situazione perché mi sentivo male, come in colpa per qualcosa. Non è bella l’atmosfera negli spogliatoi con alcune delle ragazze ucraine. Ma poi ho capito che non è colpa mia, che non ho fatto loro niente di male. Sono abbastanza sicura che il resto degli atleti russi e bielorussi non abbia fatto nulla agli ucraini. Mi sono appena resa conto che sono solo emozioni e ho bisogno di ignorarle e concentrarmi su me stessa con la consapevolezza di non aver fatto niente di male. Alla fine non posso controllare le emozioni degli altri. Sembra che tutti si ignorino a vicenda”.
    “Questa tensione non coinvolge tutte in realtà, sto ancora parlando con alcune delle ucraine, ma ci sono alcune delle ragazze che sono davvero aggressive contro di noi. Quindi sto solo alla larga da loro” conclude Aryna.
    Di tutt’altro tenore invece le parole di Viktoria Azarenka in risposta alla n.1 Swiatek, secondo la quale è crescente la tensione negli spogliatoi: “Personalmente, non ho visto quella tensione. È chiaro che ci sono alcune giocatrici che hanno sentimenti e comportamenti diversi. In generale, non condivido la stessa visione di Iga. Incoraggerei Swiatek a dare un’occhiata alle cose che sono accadute prima che di fare commenti”.
    L’esperta tennista di Minsk non solo smorza i toni, ma invita la stessa Swiatek ad avere presto una conversazione per affrontare i loro punti di vista. “Come membro del Player Council, sarei molto felice di presentarle e insegnarle tutto ciò che è stato fatto in precedenza” afferma Vika. “E penso che sarebbe un modo molto più appropriato per avere quella conversazione. La questione è cresciuta fin troppo, tanto da diventare durante le conferenze stampa quasi più interessante rispetto allo sport stesso. Non va bene“.
    Punti di vista davvero differenti tra le due giocatrici bielorusse. A questo punto sarebbe più interessante – e utile – una presa di posizione chiara e inequivocabile da parte della WTA, visto che la scorsa settimana le dichiarazioni di Steve Simon sono state a dir poco vaghe e troppo prudenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Simon (WTA): “Stiamo facendo tutto il possibile per le giocatrici ucraine. Servono più match femminili in Prime Time”

    Steve Simon, CEO WTA

    Le dichiarazioni di Lesia Tsurenko in merito ai motivi del suo ritiro da Indian Wells non sono passate inosservate. Si è scatenata infatti una discreta bufera sul CEO del tour femminile Steve Simon, “reo” di aver confermato alla giocatrice ucraina la concreta possibilità che i giocatori russi e bielorussi possano giocare normalmente alle prossime Olimpiadi di Parigi, oltre che ai prossimi tornei nel Regno Unito. È intervenuta anche la n.1 Swiatek, interpellata sul tema dalla stampa dopo le parole della collega. Swiatek è parsa in difficoltà nell’affrontare l’argomento – ovviamente scomodo e complesso – ma nella sostanza ha affermato che a suo dire si parla troppo della posizione dei giocatori e giocatrici di Russia e Bielorussia e ben poco invece di come poter aiutare e sostenere le tenniste e tennisti ucraini, colpiti duramente nei propri affetti dall’invasione in corso nella loro patria. Inoltre ad infiammare ancor più gli animi, pure il comportamento della russa Anastasia Potapova, che nel sito di Indian Wells se ne andava in giro con una maglia dello Spartak Mosca.
    Finalmente, grazie all’intervento di BBC Sport, Steve Simon ha risposto alla critiche, esponendo la sua posizione e parlando anche di altro, come la situazione in Cina relativa al caso Peng e il recente ingresso di capitali sul tour WTA grazie all’accordo con un importante società finanziaria. Riportiamo le parti salienti del pensiero del capo della WTA.
    “Continuiamo a fare quanto abbiamo la capacità di fare”, ha detto Simon a BBC Sport, “Abbiamo fatto molto per i nostri atleti, so che c’è una varietà di opinioni in merito. Quello che sta succedendo in Ucraina è riprovevole. Non si può sostenere in alcun modo, nemmeno quello che sta facendo il governo russo. Abbiamo parlato direttamente con Anastasia (Potapova, ndr), e le abbiamo anche dato un avvertimento in modo che sappia che non era appropriato il suo comportamento e non credo che vedremo altri casi in futuro”.
    Il Comitato olimpico internazionale ha confermato la posizione di apertura agli atleti russi per le prossime Olimpiadi di Parigi del 2024. Nonostante ciò, Simon nega che l’opposizione del mondo del tennis alla guerra portata avanti dalla Russia si stia indebolendo: “Il nostro sostegno è al massimo livello con tutti in Ucraina e non credo che nessuno di noi possa capire correttamente cosa stanno passando. Non credo che nulla di tutto ciò stia attenuando quello che sta succedendo laggiù. Continuiamo a parlare con i giocatori russi e bielorussi e ci assicuriamo che capiscano le sensibilità sul tour Pro e che stiano gareggiando come atleti neutrali. Penso che ci sia una forte comprensione su questo tema. Abbiamo sempre avuto la posizione – ed è stata una posizione fondamentale del tour – che ogni giocatore idoneo debba essere autorizzato a giocare. E questo indipendentemente dalle decisioni che potrebbero essere state prese dai governi locali. Siamo stati coerenti con questo e rimarremo coerenti con questo. Pensiamo che l’approccio neutrale sia appropriato”.
    Caso Peng: Simon lo scorso autunno ha minacciato di cancellare in modo definitivo i tornei in Cina se non verrà definitivamente chiarita la posizione dell’ex tennista cinese, della quale si sono completamente perse le tracce. Relativamente a questo tema, ecco le ultime di Simon: “Stiamo ancora valutando la situazione. Abbiamo detto che avremmo preso una decisione alla fine del primo trimestre, o all’inizio del secondo trimestre di quest’anno. Nessuna decisione è stata ancora presa. La mia posizione al riguardo non è cambiata. Ma ovviamente abbiamo un consiglio che lo sta valutando in questo momento e sarà una decisione non mia ma dell’intero consiglio”.
    Pochi giorni fa la WTA ha annunciato una partnership strategica con CVC Capital Partners, che vedrà la società già attiva in altri sport investire 150 milioni di dollari nel tennis femminile. L’obiettivo è quello di creare una visibilità ancora più alta per il tennis femminile e far aumentare i premi in denaro, ancora notevolmente inferiori rispetto all’ATP Tour maschile. Per raggiungere questo obiettivo, Simon sostiene che nei grandi appuntamenti la programmazione deve essere più equa tra uomini e donne. Per esempio, nella nuova sessione notturna a Roland Garros, nel 2022 ci sono state nove partite maschili e una femminile; la speranza è di equilibrare queste situazioni. “Abbiamo parlato con tutti i tornei del Grande Slam e tutti i nostri tornei combined rispetto alla programmazione”, afferma Simon. “È un aspetto molto, molto critico. Alla fine della giornata, sei quello che dici di essere. A meno che tu non stia mostrando il prodotto in prime time, stai dicendo al consumatore qual è il valore. Quindi è molto, molto importante che ci sia un corretto mix tra uomini e donne nei programmi di prima serata”. LEGGI TUTTO

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    Evans critica l’ATP sulla possibile sospensione delle licenze per i tornei britannici: “Non dovrebbe lanciare pietre mentre vivono in case di vetro”

    Daniel Evans

    Dan Evans critica duramente i governi dei tour Pro a seguito delle minacce dell’ATP e della WTA di privare la Lawn Tennis Association (LTA) dei diritti ad organizzare tornei in Gran Bretagna come il Queen’s ed Eastbourne. La controversia è iniziata nel 2022 quando la LTA e l’All England Club (AELTC) hanno vietato ai giocatori russi e bielorussi di competere agli eventi britannici – tra cui Wimbledon, Queen’s Club, Birmingham ed Eastbourne – in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. La federazione britannica seguì la linea dettata dal governo nazionale, anche per atleti individuali e non team impegnati in competizioni a squadre. L’ATP e il WTA reagirono duramente a questa scelta politica non distribuendo a Wimbledon punti per i ranking, oltre multare la LTA con la cifra record di 1,4 milioni di sterline, oltre alla minaccia di ulteriori ritorsioni in caso la situazione si fosse ripetuta nel 2023.
    Nonostante le minacce, da Londra tutto tace. Sembra confermata anche per il 2023 la stessa posizione di divieto per gli sportivi individuali (e quindi anche i tennisti) dei due paesi che hanno invaso l’Ucraina nel competere in UK. Da qui le critiche del n.2 britannico Evans, che al Times ha affermato: “Lo stato delle cose è davvero triste, sarebbe grave se il Queen’s non venisse disputato. Non mi piacciono le minacce. L’ATP non dovrebbe lanciare sassi quando vive in case di vetro… Il Queen’s è uno dei tornei migliori e più prestigiosi del tour, ha fatto molto per l’ATP Tour a suo tempo”. Un’affermazione sibillina quella di Evans, che sembra passare quasi al contrattacco.
    “Sono un grande sostenitore dell’ATP in generale”, continua Evans, “fanno grandi cose ma dobbiamo avere delle conversazioni sensate sull’argomento. Non credo che minacciare l’LTA di togliere la licenza per questi eventi sia il modo in cui il problema potrebbe essere risolto. Una soluzione del genere è pessima. Colpisce tutti i tennisti inglesi, non avrebbero occasioni o opportunità di wild card. Penso che dovrebbe prevalere il buon senso. Anche le mani dell’LTA sono un po’ legate. Questo argomento va davvero oltre il puro potere delle federazioni di tennis e degli organi di governo”. LEGGI TUTTO

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    Queen’s e Eastbourne a rischio se non ci sarà apertura ai tennisti russi

    Il torneo del Queen’s a Londra

    Anche se mancano diversi mesi alla stagione su erba, trapela un’indiscrezione piuttosto importante che riguarda l’ATP 500 del Queen’s e il 250 di Eastbourne. Secondo quanto riposta il collega Mick Dickson sul Daily Mail, l’ATP sta parlando con i due tornei britannici in merito alla questione della partecipazione dei tennisti russi e bielorussi. Lo scorso anno per decisione del governo di Londra e ratificata dalla LTA, nessun sportivo appartenente ai due paesi invasori dell’Ucraina ha potuto partecipare ad eventi nel Regno Unito, quindi niente Wimbledon e tornei ATP e WTA. Una posizione duramente contestata dalle due associazioni che organizzano il tour Pro, tanto che ai Championships di Wimbledon, vista l’assenza dei giocatori dei due paesi, non furono assegnati punti per il ranking e la LTA fu pesantemente sanzionata a livello economico.
    Al momento non c’è stato alcun passo indietro ufficiale da parte di Londra su questa posizione, con la guerra in Ucraina tutt’altro che cessata. L’ATP quindi sta facendo forte pressione affinché venga permesso ai giocatori di Russia e Bielorussia di partecipare come atleti singoli ai tornei in Gran Bretagna. In caso contrario, l’ATP starebbe valutando addirittura di togliere le licenze ai due tornei del Queen’s e di Eastbourne, consentendo ad altri paesi e località di organizzare due tornei su erba pre-Wimbledon. Molto probabile che la WTA seguirebbe la stessa strada. Ovviamente, l’ATP non ha alcun potere su Wimbledon.
    “La situazione è estremamente grave e non credo che molte persone abbiano apprezzato a pieno l’impatto”, ha affermato una fonte di alto livello coinvolta nella questione, come riporta il quotidiano britannico.
    Inoltre da tempo si sta parlando seriamente sul lancio di un Masters 1000 su erba prima di Wimbledon. Almeno due consorzi britannici sarebbero fortemente interessati ad acquistarne i diritti, con la possibilità di costruire una nuova sede a sud di Londra in tempi brevi. Lo status quo bellico e i contrasti con l’ATP rendono la questione delicata, poiché altri soggetti potrebbero facilmente inserirsi in questa faccenda, presentando un piano e una location interessante, con il grave rischio della perdita definitiva della data per lo storico torneo del Queen’s.
    Ricordiamo che il classico evento in preparazione ai Championships di Wimbledon si svolge dal lontano 1890, e che il vincitore delle ultime due edizioni è Matteo Berrettini. LEGGI TUTTO

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    Svitolina: “Le Olimpiadi sono la più grande piattaforma per inclusione e diversità nello sport. Per questo, no ai russi ai giochi”

    Elina Svitolina (foto Getty Images)

    Mancano ancora molti mesi alle Olimpiadi estive di Parigi 2024, ma il clima intorno al massimo evento sportivo è già assai caldo per la questione della partecipazione degli atleti russi e bielorussi. Dopo la recente apertura del Presidente del CIO Bach sulla possibile presenza degli atleti dei due paesi che hanno aggredito l’Ucraina sotto bandiera neutrale (e non alle squadre), iniziano a sollevarsi diversi pareri contrari. Nel mondo del tennis spicca l’immediata reazione di Elina Svitolina, ex n.3 al mondo, oggi ai box dopo esser diventata madre lo scorso autunno. Così scrive Svitolina sui propri social.
    “Le Olimpiadi sono il sogno più grande e il massimo privilegio per gli atleti. Sono la più grande piattaforma per l’inclusione e la diversità nello sport, catturando l’attenzione del mondo”.
    “Con questo ben in mente dobbiamo insistere nel sostenere l’esclusione degli atleti russi e bielorussi, inviando un messaggio forte in tutto il mondo, che siamo uniti nelle sanzioni imposte contro Russia e Bielorussia e che ci sono conseguenze per gli atti atroci dei loro governi; le loro vite non possono continuare normalmente e il mondo, né il popolo russo o bielorusso, possono ignorare le atrocità che stanno commettendo in Ucraina”.
    Svitolina, vincitrice della medaglia di bronzo nel singolare femminile ai Giochi di Tokyo, cita la morte di un giovane atleta ucraino come segno evidente delle atrocità della guerra: “Volodymyr Androshchuk, una delle stelle nascenti dell’atletica leggera ucraina, è stato purtroppo ucciso in azione. Non realizzerà mai il suo potenziale o i suoi sogni ai giochi, quindi perché gli atleti russi e bielorussi dovrebbero avere la loro possibilità quando i loro governi derubano persone e atleti innocenti della loro possibilità?!!”

    ✊🏼🇺🇦 @Olympics @iocmedia #RoadToParis2024 pic.twitter.com/4jQbvVQHzn
    — Elina Monfils (@ElinaSvitolina) February 1, 2023

    Proprio oggi dovrebbe svolgersi un incontro per stabilire il boicottaggio dell’Ucraina ai giochi di Parigi a meno che non venga garantita l’esclusione totale di russi e bielorussi dai giochi. Una posizione che potrebbe avviare una reazione a catena: infatti anche i paesi baltici sembrano intenzionati a seguire la decisione di Kiev. E questo potrebbe essere solo l’inizio. LEGGI TUTTO