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    Covid-19, stop all’obbligo di mascherine nei palazzetti dello sport

    Di Redazione Cade anche l’ultima misura restrittiva contro la pandemia di coronavirus nel mondo dello sport: da mercoledì 15 giugno non è più in vigore l’obbligo di indossare la mascherina durante gli eventi sportivi al chiuso, essendo decaduta e non più prorogata la norma approvata a dicembre 2021 (e confermata a fine aprile) per limitare i contagi da Covid-19. Un allentamento delle restrizioni che certo avrà effetti ridotti per gli appassionati di pallavolo, essendo la stagione ormai sostanzialmente terminata in tutte le categorie, ma consentirà comunque di assistere dal vivo senza limitazioni a importanti eventi sul territorio nazionale come le Finals di VNL maschile a Bologna o gli Europei Under 21 femminili a Cerignola e Andria. Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri ha prorogato fino al 30 settembre, tra le misure in vigore, soltanto l’obbligo di utilizzo delle mascherine Ffp2 sui mezzi di trasporto pubblici, esclusi però gli aerei, nelle Rsa e nelle strutture sanitarie. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Dal 1° aprile il pubblico torna al 100% anche nei palazzetti

    Di Redazione Per le fasi decisive dei campionati, dalla Serie A alle categorie minori, potremo finalmente rivedere i palazzetti pieni: il Governo, nel decreto emanato ieri sul superamento della fase emergenziale causata dalla pandemia di coronavirus, ha deciso che a partire da venerdì 1° aprile la capienza massima degli impianti sportivi sarà riportata al 100%, sia all’aperto sia al chiuso, in coincidenza con la cessazione dello stato di emergenza nazionale. Resteranno in vigore fino al 30 aprile, invece, l’obbligo di Green Pass rafforzato e di utilizzo di mascherine Ffp2 all’interno dei palazzetti, così come in tutti i luoghi in cui si svolgono spettacoli al chiuso. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    Caro bollette: l’appello di Mauro Berruto per salvare le società sportive

    Di Redazione Il 2022 si è aperto con la brutta notizia della crescita esponenziale delle bollette di luce e gas per i cittadini italiani. Una voce di spesa che penalizza naturalmente tutti i cittadini e le imprese, e che colpisce anche il settore sportivo: il “caro bollette”, infatti, grava sulle ASD e SSD che gestiscono impianti, sportive e palestre in tutto il paese. Una situazione che ha spinto l’ex CT azzurro Mauro Berruto, oggi referente per lo sport nella segreteria del Partito Democratico, a lanciare un appello al Governo Draghi sottoscritto – come riporta oggi Tuttosport – da 8 assessori delle più importanti città d’Italia: Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Bari e Palermo. La nota, inviata anche alla sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali e ai presidenti delle commissioni di Camera e Senato, formula tre richieste principali: un contributo da 2 miliardi una tantum per i gestori degli impianti, l’estensione del bonus del 110% per i lavori di ristrutturazione (al momento applicabile solo agli spogliatoi) e la possibilità di prolungare le concessioni, nel caso in cui le condizioni economiche applicate non siano coerenti con la situazione generale o in cui i concessionari si impegnino a effettuare interventi di riqualificazione. “L’impatto del caro bollette su enti locali e gestori di impianti sportivi sarà devastante – dice Berruto – un ulteriore ‘meteorite’ che mette a fortissimo rischio la sopravvivenza degli impianti stessi e l’erogazione di servizi sportivi a decine di milioni di italiani che garantiscono stili di vita corretti e generano concreto risparmio per il Servizio Sanitario nazionale“. Nel frattempo, riferisce il quotidiano, il ministro della Transizione Economica Roberto Cingolani avrebbe già consegnato al presidente del Consiglio un documento preliminare con un pacchetto di 10 misure per contenere gli effetti del caro bollette, che dovrebbero confluire in un decreto atteso per fine mese. (fonte: Tuttosport) LEGGI TUTTO

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    Nuove norme anti-Covid: obbligo di mascherine Ffp2 anche nei palazzetti

    Di Redazione Sono state approvate oggi le nuove misure contro la pandemia di coronavirus introdotte dal Governo in seguito alla nuova ondata di casi che sta colpendo fortemente anche il mondo dello sport. Diverse le misure che riguardano direttamente gli spettatori che seguono la pallavolo dal vivo: d’ora in poi per accedere a stadi e palazzetti (così come a mezzi di trasporto, cinema, teatri, locali di musica dal vivo) sarà obbligatorio indossare la mascherina di tipo Ffp2. Sarà inoltre vietato consumare cibi e bevande nei palazzetti e negli impianti sportivi. Tra le altre decisioni del Consiglio dei Ministri c’è anche l’obbligo di Green Pass “rafforzato”, a partire dal 30 dicembre, per frequentare palestre e piscine e praticare sport di squadra al chiuso: finora era sufficiente il Green Pass “semplice” (quello ottenuto con solo tampone). Scongiurata, invece, l’ipotesi di tampone obbligatorio per chi non ha ancora effettuato la terza dose (resta ovviamente obbligatorio il “Super Green Pass”). Le misure resteranno in vigore fino alla conclusione dello stato di emergenza, attualmente prevista per il 31 marzo. (fonte: Governo.it) LEGGI TUTTO

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    L’appello del Comitato 4.0: “Nella legge di bilancio si pensi anche allo sport”

    Di Redazione Il Governo Draghi pensi anche allo sport. È l’appello lanciato dal Comitato 4.0, costituito da Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro di calcio, Umberto Gandini, presidente Lega Basket Serie A, Pietro Basciano, presidente Lega Nazionale Pallacanestro, Massimo Righi, presidente Lega Pallavolo Serie A, e Mauro Fabris, presidente Lega Pallavolo Serie A Femminile. Un appello che arriva proprio durante la fase clou della promulgazione della Legge di Bilancio, per ribadire l’urgenza delle società sportive di essere sostenute. “Siamo allo sfinimento, abbiamo manifestato alla Sottosegretaria Vezzali così come a tutte le forze parlamentari le nostre necessità, dal credito di imposta sulle sponsorizzazioni alla dilazione delle scadenze fiscali, fino al fondo perduto derivante dalla chiusura degli impianti e dalla riapertura solo parziale – dichiara il Comitato 4.0 -. Tuttavia i segnali di queste ore non sono incoraggianti, abbiamo il serio timore che lo sport venga messo in secondo piano e questo vorrebbe dire far saltare definitivamente società sportive già in affanno e, di conseguenza, la funzione sociale che esse svolgono“. Il Comitato 4.0. esprime anche forte preoccupazione per l’ipotesi di sottoporre a tampone i tifosi già dotati del Green Pass rafforzato. “Se anche stadi e palazzetti dovessero essere interessati dal provvedimento sarebbe drammatico. Se così fosse, dopo oltre un anno con stadi e palazzetti chiusi e senza misure strutturali, allo sport verrebbero chiesti ulteriori sacrifici che non è in grado di fare. Senza contare che anche quel poco che è stato ottenuto, come il bonus tamponi, ha subìto fortissimi rallentamenti e illogici ostacoli burocratici tali per cui non vediamo ancora un euro” conclude il comunicato. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Mauro Berruto: “È un buon momento per inserire lo sport nella Costituzione”

    Di Redazione A novembre 2020 ha lanciato il suo Manifesto dello Sport e da marzo 2021 fa parte della Segreteria nazionale del Partito Democratico: l’ex ct azzurro Mauro Berruto è ormai a tutti gli effetti un protagonista della politica sportiva italiana. E in un’intervista al Corriere dello Sport fa il punto sulla situazione del settore, partendo da uno dei suoi cavalli di battaglia: “Dai tempi di Gramsci non c’era mai stato un rappresentante dello sport nella segreteria. Un buon motivo per provare a inserire la parola sport nella Carta Costituzionale, un segnale di discontinuità“. Berruto è ottimista sull’impatto che possono avere le politiche del nuovo Governo: “Nei loro interventi di insediamento da presidente del Consiglio, gli unici che hanno inserito lo sport nei loro programmi sono stati Letta e Draghi. Il tema del diritto allo sport è forte perché è trasversale“. E anche la nomina di Valentina Vezzali a sottosegretaria è visto come un segnale positivo: “Valentina proviene dallo sport e mi auguro che voglia recepire tutte le istanze provenienti dai partiti e dal territorio“. L’ex allenatore della nazionale è invece critico sulla riforma dello sport: “Il nostro modello sportivo ha almeno 4-5 anime diverse. L’errore di fondo è stato definirlo con una foto non corrispondente alla realtà del territorio. Tra il calcio professionistico e lo sport degli oratori c’è tutto un mondo che va dai semi-professionisti ai dilettanti puri, in cui il 90% è costituito dalle ASD con il 50% di operatori volontari. Io stesso, quando per 5 anni ho fatto il CT, ero un dilettante. La foto va ri-scattata“. Anche le nuove norme sul lavoro sportivo non soddisfano Berruto: “Il PIL delle famiglie è crollato, e i costi della riforma finiranno per ricadere proprio sulle famiglie con un aumento del 40%. In questa fase in cui si intravede la ripartenza è un rischio enorme. Credo che un certo sport vada sostenuto da politiche pubbliche“. LEGGI TUTTO