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    Torna il super classico “Djokovic vs. Murray” a Madrid

    Andy Murray, classe ’87

    A volte…ritornano. Il super classico Novak Djokovic vs. Andy Murray torna domani al Masters 1000 di Madrid. È dal torneo di Doha 2017 che in un tabellone del tour ATP non si incrociavano i due campioni, quasi coetanei, protagonisti di mille battaglie. 36 sono stati i confronti diretti tra i due classe ’87, con Novak in netto vantaggio con 25 vittorie a 11. Pesano soprattutto quelle negli Slam, come le 4 finali vinte dal serbo agli Australian Open sullo scozzese. Murray ha sconfitto Djokovic nella finale del Masters 2016 (quando Andy riuscì a chiudere l’annata dal n.1) e soprattutto in quella di Wimbledon 2013 e US Open 2012, le uniche due occasioni in cui Andy ha battuto Nole in finale di uno Slam.
    Ne è passata di acqua sotto ai ponti da quel torneo di Doha 2017… Andy veniva da una cavalcata pazzesca nella seconda metà del 2016, che lo portò in cima al mondo tennistico, ma che pagò terribilmente con un logorio che l’ha pure portato sotto ai ferri, con una protesi all’anca e un recupero difficilissimo, quasi miracoloso. Djokovic attraversò anni non facili dopo quella vittoria su Murray negli Emirati, per poi rinascere, tornare n.1, scrivere record assoluti issandosi a migliore della sua generazione e tra i più forti di ogni epoca.
    I due grandi campioni hanno scritto pagine memorabili, battaglie feroci in cui la maggior durezza e completezza tecnica del serbo hanno prevalso nella maggior parte dei casi, ma sempre dopo match assai sofferti, lottati. Non sempre “belli” dal mero punto di vista estetico, ma di una intensità e agonismo di altissimo livello.
    Cosa aspettarsi da questo prossimo incontro di Madrid? Le parole di Andy, dichiarate a caldo dopo aver disposto del “solito” evanescente Shapovalov, sono tanto brutali quanto veritiere: “In teoria non dovrei avere alcuna possibilità. Lui è il numero 1 al mondo e io sto giocando con una protesi metallica all’anca, quindi non dovrei avere una chance. È una grande opportunità per me di vedere a che punto è il mio gioco e di poter giocare di nuovo contro di lui”. Secco e diretto, in puro “Rusty-style”. Continua Murray: “Abbiamo avuto così tante grandi battaglie nel corso degli anni in alcuni dei più grandi tornei del mondo. Abbiamo giocato in finale in tutti e quattro i Grandi Slam, abbiamo giocato anche qui in finale, e non ho avuto questa opportunità giocare contro di lui per molto tempo, non sapevo se avrei mai avuto di nuovo questa possibilità. Scenderò in campo per divertirmi, avrò un atteggiamento fantastico in partita, darò il massimo e vedrò a che punto sono”.
    Anche Djokovic si è detto felice di poter sfidare di nuovo Murray: “Ho visto alcune sue partite di recente. L’ho visto contro Dominic l’altro giorno e si è mosso bene, giocando sempre meglio. È fantastico poterlo vedere perché è una risorsa importante per il nostro sport. Ha fatto la storia vincendo diversi tornei dello Slam e diventando numero uno. È fantastico vederlo competere di nuovo ed è impressionante vederlo giocare a un livello così alto considerando il suo intervento chirurgico e tutto ciò che ha passato negli ultimi anni. Il suo spirito combattivo e la sua resilienza sono stimolanti”.
    Cosa aspettarsi da questa partita? Molto probabilmente una vittoria comoda di Djokovic, ma Murray di sicuro ci proverà, e magari giocherà molto offensivo, con tante palle tagliate e qualche discesa a rete. Sarà un piccolo revival di un’epoca d’oro, per il 37esimo episodio di una rivalità che ha segnato in modo indelebile il nostro sport.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Monte Carlo: brutta sconfitta per Djokovic al rientro, cede a Davidovich Fokina in tre set

    Djokovic subito out nel Principato

    Rientro da incubo per Novak Djokovic a Monte Carlo. Il n.1 del mondo è stato incredibilmente sconfitto dallo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina in tre set, 6-3 6-7 6-1 lo score della partita. Djokovic ha pagato a caro prezzo la lunghissima assenza dai tornei: era fermo dallo scorso febbraio quando perse nei quarti a Dubai da Vesely. Per le sue “note” posizioni anti vaccino, ha saltato la trasferta americana e si è presentato nel Principato con una condizione fisica buona ma tennisticamente assai incerta. Troppi gli errori, alcuni incredibili (anche a campo aperto a due passi dalla rete), poca intensità, pochissima fiducia e feeling con il campo e con lo scambio. Un Davidovich Fokina molto aggressivo e propositivo l’ha sconfitto pressandolo dall’inizio alla fine.
    Nella bagarre del secondo set, grave per Djokovic l’aver servito per vincere il secondo set sul 5-4, ma ha commesso errori, mentre l’iberico ha spinto con grande coraggio andando oltre le proprie insicurezze. Si è salvato al tibreak Novak, ma poi nel terzo non c’è stata partita, subito sotto e mai realmente competitivo. Dal terzo parziale è apparso anche in difficoltà fisica il n.1, incapace di contenere la spinta forsennata del rivale, commettendo tanti errori in tutte le fasi di gioco.Una sconfitta che complica ancor più la stagione di “Nole”. È evidente il suo bisogno di giocare partite per ritrovare una buona condizione. Non potrà farlo in questo torneo, non sappiamo quanti altri riuscirà a giocarne.

    Nel primo set Djokovic salva subito due palle break nel primissimo gioco e cede il servizio nel terzo, troppe le incertezze e grande la spinta di ADF. Subisce un doppio break Novak, per l’1-4, ma si riprende un game in risposta portandosi 2-4 (male Davidovich, anche un doppio fallo). Chiude 6-3 l’iberico al nono gioco, con il terzo break del set, contro un Djokovic davvero sbiadito e falloso anche in scambi normalissimi, quelli che di solito gioca col pilota automatico.
    Il secondo set è un ottovolante continuo. Djokovic va sotto 0-30, non riesce a strappare il contro break nel terzo gioco non sfruttando nessuna delle 5 palle break ottenute, con lo spagnolo divorato dalla tensione. Quindi una serie di break e contro break, con un gioco disastroso di Davidovich nel nono game (3 doppi falli!), che manda a servire per il set l’esperto rivale. Novak però non riesce a giocare il suo miglior tennis. È titubante, sbaglia e si fa aggredire invece di imporre la propria classe, presenza ed esperienza. Si va al tiebreak, il film del match sembra non cambiare. Davidovich scatta veloce, si porta avanti 3-1. Djokovic si riporta sotto, fino al 5 pari. Lungo scambio, il braccio di Alejandro si irrigidisce e stecca col diritto. 6-5 e Set Point Djokovic, in risposta. Arriva un punto rocambolesco, lo chiude il n.1 con un comodo passante di diritto. 7-6 Djokovic, si va al terzo.
    Quando la partita sembra girata dalla parte del serbo, Novak invece crolla, come tennis e come fisico (e testa). Inizia malissimo il terzo set, cedendo subito il game di servizio (con un doppio fallo). L’iberico non si fa pregare; ricomincia a spingere a tutta, va vicino a strappare il doppio break (non trasforma ben 3 palle break) e poi è bravissimo a cancellare la palla del contro break a Djokovic, portandosi 3-1. La partita del n.1 si chiude di fatto sulla chance non trasformata. Crolla nella spinta, errori, mentre il martellamento di Davidovich Fokina è pressante, come nel primo set. Novak cede a 30 il quinto game, finendo sotto 1-4, e poi perde anche l’ultimo turno di servizio alla seconda palla match. Una vittoria assolutamente meritata per Alejandro, bravo a spingere e prendersi grandi rischi per tutto il match, trovando picchi di rendimento molto alti (e pure alcune giocate da vero funambolo). Pessima invece la prestazione di Djokovic, lontanissimo dai giorni migliori. Giocando così poco, come la ritroverà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Daniil Medvedev, n.1 …ma riuscirà a dominare?

    Daniil Medvedev

    Daniil Medvedev questa settimana è diventato il 27esimo n.1 del ranking ATP. Ha raggiunto un sogno che coltivava fin da bambino, quando nella natia Mosca – già, proprio lei… – ha iniziato a tirare le prime palle, appassionandosi a quello che sport che dalla dissoluzione dell’impero sovietico era letteralmente esploso nel paese, regalando tennisti e tenniste in grande quantità e qualità. Oggi i tennisti russi e/o con familiari russi sono diventati dominanti sul tour maschile. Medvedev, Rublev, Khachanov, Karatsev e l’emergente Safiullin; quindi Zverev, Shapovalov, Tsitsipas, solo per citarne alcuni tra i più forti con famiglia o familiari russi. Un’ondata incredibile di talento e qualità, con Daniil che spicca su tutti e che è diventato il leader della classifica.
    Ricordo personalmente di averlo visto per la prima volta dal vivo alla primissima edizione delle NextGen finals di Milano. I fari erano puntati su altri talenti, Shapovalov su tutti. Ma quel russo alto e magrissimo mi aveva stregato per come la palla gli usciva dalle corde, per la facilità di controllo passando da palle lentissime a palle velocissime senza perdere ritmo, anzi, mandando tutti gli altri fuori palla. E che servizio poi…. “Se inizia a tenerle in campo, è il più forte di tutti questi”, pensai. Per una volta, c’avevo visto giusto. C’è voluto qualche anno, qualche finale Slam persa, l’inevitabile invecchiamento dei big 3, ma ce l’ha fatta ad arrivare davanti a tutti.
    È il terzo n.1 russo della storia. Gli altri due hanno avuto regni davvero brevi: Kafelnikov 6 settimane, Safin 9 settimane. Tennisti di talento ma non continui, si potrebbe pensare. In realtà divennero n.1 in fasi storiche di cambiamento, con diversi cambi al vertice e annate senza veri dominatori. Che ne sarà di Daniil? Riuscirà a stare sul trono più a lungo? Probabilmente sì, ma è una domanda interessante, che coinvolge non solo Medvedev ma anche i suoi avversari.
    Medvedev è diventato n.1 pur non vincendo il torneo della scorsa settimana. Non è cosa rara, anzi è accaduto a moltissimi suoi colleghi. Normale gioco degli scarti dei punti, con il ranking che finalmente sta tornando “normale” dopo la tempesta della pandemia. Il campo però ha parlato chiaro nell’ultimo periodo: Daniil ha perso alle Finals da Zverev, a Melbourne da Nadal, ad Acapulco ancora da Nadal. In questa settimana, Medvedev è numericamente, e meritatamente, n.1 ATP, tuttavia il tennista più forte in questo momento è senza ombra di dubbio Rafa Nadal, clamorosamente rientrato ad inizio stagione e ancora imbattuto, incluso due confronti diretti proprio con Daniil. Quindi? Medvedev non “vale” il n.1? Sì lo vale adesso, ma…
    Il Numero Uno della classifica è il tennista non necessariamente più forte in quel momento, è stato il più continuo negli ultimi 12 mesi. È successo tantissime volte in passato che un giocatore sia arrivato in cima alla classifica in momento non dei più brillanti, o meno vincenti rispetto a qualche mese precedente, proprio per come funziona il sistema di classifica, l’accumulo dei punti nelle 52 settimane precedenti. Il tennis dopo la Davis si sposterà sul sintetico in USA, con i primi i due Masters 1000. Lì Medvedev avrà l’occasione per imporre il suo tennis tattico e affermare – e rafforzare – la sua leadership. Anzi, dovrà giocare da subito discretamente bene perché ha in scadenza 250 punti il 21 marzo e quindi se non arriva ai quarti a IW Djokovic lo scalzerà, anche se come sembra non potrà giocare in California. I campi in duro sono la condizione in cui il tennis del russo eccelle, ancor più indoor ma assolutamente anche all’aperto. Poi si arriverà sulla terra, dove invece Daniil ha ancora molto da crescere e dimostrare, visto che ha sempre sofferto la difficoltà di chiudere il punto; quindi l’erba, altra superficie in cui finora non ha combinato granché (4t a Wimbledon, una semifinale al Queen’s).
    Per questo e anche altri motivi, la sensazione è che Medvedev sia un vero n.1, abbia meritato il suo posto, ma che possa restare un n.1 non di passaggio ma non così solido e duraturo. Non ci dimentichiamo di Novak Djokovic, che è entrato in una spirale perversa e difficilissima vista la sua indisponibilità a vaccinarsi contro il Covid, ma quando potrà giocare – è da vedere quanto… – sarà ancora uno da battere, se non proprio “quello” da battere. Rafa sembra aver trovato l’ennesimo elisir di giovinezza, proprio quando dalla Spagna avevano già pronto il “coccodrillo sportivo”… Zverev e Tsitsipas non sono così lontani dalla vetta, altri sono in crescita.
    La sensazione è che facendo la somma tra le conferme a cui Medvedev è atteso, il momento incredibile di Nadal, la voglia di rilancio di Djokovic e le ambizioni di Tsitsipas e Zverev, il n.1 del russo potrebbe essere assai conteso nell’anno in corso, e probabilmente anche in quello a venire. Potremo vivere una o più stagioni senza un leader indiscusso, dominatore, il Federer – Nadal – Djokovic di turno che spazza via la concorrenza per lungo periodo stabilendosi saldamente davanti a tutti.
    Ci siamo abituati negli ultimi lustri a periodi di dominio, quindi ora può sembrare strano il dover ritornare ad una situazione di incertezza quasi continua. In realtà, varie volte nella storia abbiamo vissuto queste epoche, e in fin dei conti non è affatto male l’aver più di un giocatore che si contende il trono. L’importante è che ci sia qualità nel gioco e soprattutto che si instaurino rivalità di alto livello tra i migliori, in modo che ogni scontro diretto possa essere non solo decisivo al diventare n.1 ma regalarci grande tennis.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La strada di Medvedev per diventare n.1 la prossima settimana passa… da Nadal

    Rafa e Daniil durante la premiazione degli Australian Open 2022

    28 febbraio 2022, lunedì prossimo. Potrebbe diventare una data storica per il tennis maschile, quello della svolta al vertice del ranking mondiale. Daniil Medvedev infatti vincendo il torneo di Acapulco diventerebbe matematicamente n.1 al mondo, scalzando Novak Djokovic. Come dicono i “Brit”, Daniil ha il destino nelle proprie mani, visto che in caso di vittoria nell’ATP 500 messicano sarebbe ininfluente il risultato di Djokovic a Dubai, anche una sua eventuale vittoria.
    “Se verrò scalzato da Medvedev lunedì? Sarò il primo a congratularmi con lui” afferma il serbo, che finalmente oggi tornerà in campo dopo una lunghissima assenza, in quello che sarà suo primissimo match stagionale, contro Lorenzo Musetti (non prima delle 17.30, in tv su Supertennis, Sky e ovviamente in streaming su tennistv).
    Il russo avrà tutt’altro che una strada spianata. Dopo un esordio che non dovrebbe esser così complicato (Paire, in pessima forma nelle ultime settimane), affronterà nei quarti probabilmente Fritz o Mannarino e quindi in semifinale Rafael Nadal, per quella che potrebbe essere una magnifica rivincita della finale di Melbourne di poche settimane fa, o Matteo Berrettini (quarti contro Rafa, seguendo il draw). Anche Zverev e Tsitsipas sono in gara nella parte bassa del tabellone, per un 500 molto vicino ad un Masters 1000 per qualità del campo di partecipazione. Quasi sempre nel bel torneo di Acapulco assistiamo a grandi match o avventure, l’anno scorso la spettacolare cavalcata di Lorenzo Musetti. Vedremo se l’edizione al via oggi sulle sponde del Pacifico ci regalerà un nuovo n.1 del mondo.
    Medvedev per detronizzare Djokovic non deve necessariamente vincere ad Acapulco. Questi tutti gli scenari che porterebbero al sorpasso:
    Medvedev vince il torneo di Acapulco, indipendentemente dal risultato di Djokovic a Dubai
    Medvedev raggiunge la finale ad Acapulco e Djokovic non vince il torneo di Dubai
    Medvedev raggiunge la semifinale ad Acapulco e Djokovic non approda in finale a Dubai
    Medvedev raggiunge i quarti ad Acapulco e Djokovic non raggiunge le semifinali a Dubai
    Medvedev raggiunge il secondo turno ad Acapulco e Djokovic non raggiunge le semifinali a Dubai
    Medvedev perde al primo turno ad Acapulco e Djokovic non raggiunge i quarti a Dubai.

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    Vezzali: “Djokovic potrà giocare a Roma se vorrà”

    Novak Djokovic ha vinto 5 volte gli IBI

    Djokovic potrà giocare gli Internazionali BNL d’Italia 2022 anche se non fosse vaccinato. L’ha affermato la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali nel corso di un evento, la presentazione del libro ‘La bambina più forte del mondo’ scritto dal vice presidente vicario del Coni Silvia Salis.
    Alla domanda “scottante” sul tema sport & vaccini, in particolare sul n.1 del mondo del tennis che si è detto pochi giorni fa indisponibile alla vaccinazione anti-covid, così si è espressa l’ex campionessa di scherma: “Se Djokovic vuole venire a giocare gli internazionali di Roma può farlo. Per quanto riguarda il tennis, è uno sport all’aperto e da noi non è previsto il green pass rafforzato. Quindi, se Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo. Magari non utilizzando alberghi e ristoranti, ma avrà la possibilità di giocare gli Internazionali di Roma”.
    Ricordiamo che l’attuale n.1 del mondo ha vinto l’edizione 2020 degli IBI, quella disputata straordinariamente a settembre per via della pandemia, oltre alle annate 2008, 2011, 2014, 2015, e perse la finale dell’anno scorso dall’acerrimo rivale Rafael Nadal.
    Quest’anno il torneo dovrebbe dal 2 al 15 maggio.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La Corte conferma la decisone del Ministro: Djokovic deve lasciare il paese. Le parole di Djokovic

    Djokovic durante il trasporto in custodia

    Dopo un lungo pomeriggio di attesa, la Corte australiana ha diramato alle 7.50 ora italiana la propria decisione. Con parere unanime, la Corte ha respinto l’appello dei legali di Djokovic e confermato la decisione del Ministro dell’Immigrazione Hawke. Djokovic deve lasciare il paese, non avendo i requisiti per il visto in Australia.
    Nei prossimi giorni la Corte rilascerà la sentenza, ma la decisione ha l’effetto di estromettere il n.1 del mondo dal Paese e quindi dall’Australian Open. Il presidente della Corte Suprema Allsop ha chiarito che i 3 giudici non sono stati in grado di valutare il merito della decisione di annullare il visto nella loro sentenza. Il loro compito era di controllare la correttezza formale del procedimento. Questa è stata confermata, e pertanto anche la decisione del Ministro Hawke resta valida.
    La corte ha appena confermato (8.20) che sono trascorsi i 30 minuti di riflessione concessi alla contro parte (ossia il team di legale di Djokovic). Non è stato fatto alcun tentativo ulteriore di appello, pertanto la decisione della corte è Definitiva.
    Per la normativa, dovrebbe arrivare anche un divieto di tre anni dalla concessione del visto in Australia, ma la corte ha affermato che potrebbe essere “rinunciato in futuro”.
    Al posto del n.1 del mondo entrerà come Lucky Loser Salvatore Caruso.
    Ecco la dichiarazione di Djokovic, riportata dal collega Paul Sakkal: “Vorrei fare una breve dichiarazione per affrontare gli esiti dell’udienza di oggi in tribunale. Ora mi prenderò del tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo. Sono estremamente deluso dalla sentenza che respinge la mia domanda di revisione giudiziaria della decisione di annullare il mio visto, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open.Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dall’Australia. Sono a disagio per il fatto che l’attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi, i tifosi ei miei compagni serbi per il vostro continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me”. LEGGI TUTTO

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    Djokovic passerà la notte al Park Hotel, il centro di detenzione dei rifugiati

    Djokovic durante lo spostamento al Park Hotel

    Il quotidiano di Melbourne The Age riporta che Novak Djokovic è stato di nuovo portato al Park Hotel, il centro di detenzione di Carlton dove era stato detenuto dopo la prima cancellazione del visto. Il n.1 del tennis è apparso calmo, indossava una tuta verde, pantaloni e un maglione con una maschera bianca.
    Un piccolo gruppo di manifestanti pro-rifugiati era accampato fuori dai cancelli dell’hotel con striscioni che chiedevano il rilascio dei richiedenti asilo trattenuti presso la struttura.
    Ricordiamo che il giudizio definitivo sul suo caso avverrà domani, con gli Australian Open alle porte LEGGI TUTTO

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    Il giudice sospende la cancellazione del visto. Domenica si concluderà la vicenda

    Sembra infinita la vicenda di Djokovic in Australia. Dopo che il ministro Hawke aveva esercitato il suo potere cancellando il visto (art 133 del codice), il ricorso dei legali di Djokovic ha avuto almeno l’effetto di prendere tempo e sospendere la decisione.
    Infatti dopo un’audizione urgente col giudice Kelly (lo stesso che aveva riammesso Novak), i legali del ministero dell’Immigrazione australiano hanno acconsentito a non espellere Djokovic dal Paese fino a quando l’esame del ricorso del tennista non sarà concluso. Pertanto Novak resta a Melbourne senza alcuna misura detentiva fino al colloquio con l’immigrazione australiana, fissato domani mattina alle ore alle 8 (saranno le ore 22 in Italia).
    La parola fine a questa brutta vicenda arriverà a questo punto solo domenica, con la decisione inappellabile della Corte Federale.
    Djokovic potrà giocare il torneo solo se vincerà il ricorso. Legali australiani tuttavia informano che il potere del ministro è molto forte, una vittoria del ricorso potrebbe avvenire non per questioni di merito ma per eventuali errori di procedura.
    A questo punto, visto i tempi minimi dalla decisione all’avvio degli Australian Open, in caso Djokovic venga definitivamente espulso, al suo posto entrerà in lucky loser e non ci saranno cambiamenti nel seeding. LEGGI TUTTO