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Delfino: “Non sento i miei 40 anni Avanti per la gente di Pesaro”

Delfino, come si fa a 40 anni? Lei e David Logan decisivi.

«Logan è straordinario, giocare a quel ritmo, essere ancora a quei livelli è incredibile. L’ho votato Mvp del campionato, bravo davvero. Sono un so fan. Io a Pesaro non ho lo spazio, né le competenze: sono attore secondario, porto ciò che serve. L’anno scorso giocavo di più, quest’anno sono intorno ai 15’ e cerco di adattarmi, poi arrivano partite come con Tortona, l’ultima spiaggia playoff, le aspettative. Una gran partita, lo dovevamo ai tifosi, li abbiamo fatti soffrire più di quanto meritassero».

Pesaro è ancora cresciuta, pur tra qualche alto e basso.

«Assolutamente si, abbiamo fatto il nostro per meritare questi traguardi, Ci sarà chi dice che manca Varese, che Brescia ha mancato l’ultima, però alla fine ci siamo noi. Sono a Pesaro da tre anni, nel primo la squadra veniva dalla stagione covid con una sola vittoria, fosse finita non sarebbe rimasta in A. Siamo sempre migliorati, il primo anno finale di Coppa Italia, poi con Luca Banchi i playoff e quest’anno i due obiettivi. Abbiamo dato qualcosa alla gente di Pesaro che chiede sempre di più, che capisce il basket».

Non ha detto però cosa la spinga a 40 anni e come faccia.

«Fisicamente mi sento molto bene e, anzi, posso vantarmi: potrei continuare a giocare ancora un po’. Mentalmente, ci sono cose che pesano di più, i bimbi che crescono, i sacrifici ora più tosti per divertirmi in campo. Però amo la pallacanestro, mi diverto ancora, mi sento forte. Detto questo, non so ancora quanto e se continuerò. Ci sono cose che alimentano la voglia, danno motivazioni. Devo valutare, quest’anno ho avuto due-tre botte importanti, con la Nazionale non andare al Mondiale, non giocare il secondo tempo di quella partita quando sentivo di poter dare. Il nostro allenatore mi ha colpito. Mi piacerebbe giocare un po’ più con un ruolo primario, però resto un ragazzo che intende il basket come sport di gruppo eppoi se faccio i conti mi ricordo di avere 40 anni. È la gente di Pesaro che mi spinge a continuare».

Seguirà l’esempio di Scola, dirigente? Voi sapete come fare.

«Luis ha fatto un lavoro magnifico, super. Ce l’ha dentro, ha sempre cercato di migliorare la confederazione argentina, dice che ora sta facendo il lavoro pensato per la Nazionale. Sono molto contento per lui che cerca la perfezione. Noi abbiamo il vantaggio di aver vissuto tante realtà diverse, dalla Nba, all’Europa, prima l’Argentina, abbiamo accumulato esperienze. Ma non so se farò, allenatore, dirigente, agente, o conterò le mie mucche. Ne parlavo con Ario Costa, che stimo tanto: il punto è che io continuo a pensare da giocatore. Sono in grado di correre dietro la palla, competere».

Un parere sulla Serie A.

«Ci sono i pessimisti, e gli ottimisti. Io dico che il campionato è uno dei più competitivi. Ogni weekend te la giochi, si può vincere contro il budget altrui. E questo è interessante e stimolante. Però bisogna aprire le porte agli italiani. Aiuterebbe tanto la nazionale. Bisogna trovare la formula che aiuti gli italiani a essere in campo e a svilupparsi. L’Italia mi ha dato tanto. Quando iniziavo le squadre erano zeppe di italiani, ora di tanti stranieri non migliori di molti italiani. Serve un progetto che trovi il consenso di tutti, perché tutti vogliono il bene di questo basket».

Cos’è successo all’Argentina?

«Oggi siamo ancora in alto, credo quarti nel ranking Fiba, incredibile non essere al Mondiale. S’è pagato carissimo il sistema delle finestre. La qualità c’è, manca la stazza, ma succedeva anche in passato. Abbiamo tantissime guardie di valore, Campazzo, Laprovittola, Bolmaro, Vildoza, l’altro Vildoza che gioca in Brasile. Non possiamo metterle tutte in campo. Poi tante Nazioni sono cresciute, guardate il Canada. E noi alle finestre ci ritroviamo dopo viaggi interminabili, dopo tanto tempo, magari con un coach nuovo. Ma la scuola resta, anche il Brasile ha rischiato».

Tutti convinti: per Milano è facile.

«E noi lasciamolo credere. Ora tutto ciò che viene per noi è un regalo».


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/basket


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